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berlusconi napolitano1rdi Antonio Ingroia - 4 gennaio 2015
Il 2014 si è chiuso con l’annuncio delle dimissioni del presidente della Repubblica. Non entro nel merito dell’operato del Capo dello stato per rispetto dell’istituzione che ha rappresentato per nove anni. Oggi voglio semplicemente pensare al futuro e rinnovare il mio impegno sui terreni e sui temi ai quali mi sono sempre dedicato. Ma prima serve una breve analisi della fase che stiamo attraversando.
Il nostro Paese è ancora nel pieno della crisi economica. Forse quest’anno, grazie alla ripresa negli Stati Uniti e a qualche timido segnale in alcuni paesi dell’Ue, anche in Italia si avrà una inversione di tendenza. Io me lo auguro ma non dimentico quello che ci lasciamo alle spalle. Se anche qualche indicatore economico dovesse tornare positivo ci saremo lasciati indietro milioni di cittadini in sofferenza, che hanno perso il lavoro e non riescono a trovarne un altro, che sono scesi sotto la soglia della povertà a causa delle politiche scellerate degli ultimi governi, da Berlusconi a Renzi, tutti nel segno della continuità, mai di rottura con le politiche di austerity ispirate dall’Europa e condivise dalle forze politiche della maggioranza e dai loro rappresentanti nell’esecutivo.

Molti di coloro che si aspettavano, e io non ero tra questi, un’inversione di tendenza da parte di Renzi sono già rimasti profondamente delusi. I suoi interventi in tema di riforme sono stati terribili nel merito e nel metodo. Non basta annunciare di fare, bisogna anche fare bene e i primi provvedimenti, quelli già approvati e quelli in via di approvazione, vanno nel solco del peggioramento delle condizioni di vita degli italiani. Renzi sta narcotizzando l’elettorato spacciando per cioccolata ciò che cioccolata non è. L’esempio più palese, e anche il più recente, di questo modo di operare è il jobs act, una riforma che ci riporta indietro di un secolo e mezzo, nell’800, un provvedimento che calpesta i diritti collettivi e di fatto riduce ulteriormente i salari. Tutto questo in presenza della peggiore crisi occupazionale della repubblica e in assenza di misure che esistono in tutti i paesi europei come il sostegno al reddito per i disoccupati. E basta con la balla che dall’estero non vengono a investire perché non hanno la libertà di licenziare. Lo dicono tutte le ricerche e le analisi dei mercati che in Italia non viene nessuno invece perché la burocrazia è lenta e la giustizia non funziona. E’ su questo che si deve intervenire, non sulla riduzione degli stipendi e sui diritti dei lavoratori!
Credo di non poter essere smentito se affermo che questo è il peggior momento sociale della nostra storia. Invece bisognerebbe combattere sul serio mafia e corruzione, il che liberebbe risorse buone per essere investite e si potrebbe così finalmente tornare a seguire la via dell’equità e della giustizia sociale. Pertini diceva che libertà e giustizia sociale sono un binomio inscindibile. E con la seconda stiamo perdendo anche la prima. Aveva ragione. Basta dare uno sguardo al mondo dell’informazione, dove continua a prevalere il pensiero unico e le poche voci di dissenso sono sempre soffocate, con l’eccezione delle posizioni xenofobe di Matteo Salvini e della Lega che, evidentemente, rispolverando un clima di insicurezza, diventano funzionali alla tenuta del governo.
Ho detto tante, troppe volte, che le risorse possono essere liberate da una lotta senza quartiere alla mafia, alla corruzione, alla grande evasione fiscale, tre problemi che quasi sempre sono legati tra loro. A provvedimenti contro questi cancri deve essere accompagnata una seria riforma della giustizia per garantire celerità e maggiore equità.
Per questo mi auguro che il prossimo presidente della Repubblica possa muoversi in questa direzione e, da garante supremo, tornare a chiedere a tutti di applicare la Costituzione in tutte le sue parti e non solo alcune. Le risposte per uscire dalla crisi, per combattere la criminalità, per riportare equità e giustizia sociale, sono già scritte tutte lì, non abbiamo bisogno di stravolgimenti, solo di buon senso, mi auguro che il prossimo inquilino del Colle possa averlo. Perché abbiamo bisogno di un arbitro vero e imparziale.
Antonio Ingroia (www.huffingtonppost.it)

Tratto da: azione-civile.net

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