di Antonio Ingroia - 15 febbraio 2014
Il rottamatore ora dovrebbe rottamare se stesso. Matteo Renzi ha sempre proclamato di voler chiudere con la vecchia politica, con i giochi di palazzo, con le guerre personali e, in nome del vento di novità che portava, almeno sul piano del costume, era riuscito a mettere da parte la vecchia classe dirigente del suo partito. In poche settimane, dalla sua elezione a segretario del Pd, è riuscito a diventare come il peggiore dei suoi rottamati. Ha stretto un accordo con il pregiudicato Berlusconi, ha ordito una congiura nel suo partito e ha fatto fuori il suo collega e “amico” Letta per prendere il suo posto a Palazzo Chigi in nome di un’ambizione personale smisurata (e pericolosa).
Chi pensava che Renzi fosse il nuovo che avanza dovrà accontentarsi di un usato democristiano, magari un po’ riciclato. Impossibile fidarsi di chi fino a qualche giorno fa indicava le elezioni come unico strumento per governare. Impossibile fidarsi di chi fino a qualche giorno fa prometteva in tv assoluta fedeltà al capo del governo prima di tradirlo. E il fatto che lo abbia tradito in diretta streaming non rappresenta il nuovo e non cambia un giudizio negativo sul suo torbido operato.
Tratto da: azionecivile.net