di Antonio Ingroia - 31 ottobre 2013
Non so come andrà a finire la questione della decadenza da senatore per Silvio Berlusconi. Trovo stucchevole questo dibattito che da mesi ormai anima le prime pagine dei giornali distraendo il Paese da quelli che sono i problemi reali. Ricordo solo che mentre si parla di Berlusconi questo governo ha lasciato che l’Iva aumentasse di un punto, ha tagliato i servizi e non ha varato alcun provvedimento per ridurre la disoccupazione che infatti è aumentata, non ha ancora trovato la copertura per evitare il pagamento della seconda rata Imu.
Insomma, mentre ci trastulliamo sul futuro di un settantasettenne l’Italia va a rotoli. Segno di un costume ormai degenerato che io chiamo berlusconismo, un fenomeno culturale da cui non ci libereremo tanto presto. E comunque non prima di esserci liberati del suo inventore.
Berlusconi si proclama innocente. Posso dirvi che nella mia esperienza di Pm ho incontrato anche mafiosi che, con tanto di prove a loro carico (e infatti sono stati tutti condannati) si proclamavano innocenti. Il giuramento sui propri figli, una pratica introdotta da Berlusconi in molte uscite pubbliche, non libera l’accusato dalle prove che lo incastrano.
Nel Paese in cui vorrei vivere chi viene condannato con sentenza definitiva non ci pensa su due volte: fa armi e bagagli e si ritira a vita privata, si dimette da tutte le cariche e abbandona la scena pubblica. Non discute sulla retroattività o meno della legge Severino.
È proprio per una transizione culturale che ci possa portare al superamento del berlusconismo che se fossi in Senato voterei per la decadenza. Non voglio sembrare un moralista perché non credo che in tanti altri Paesi come la Germania, il Regno Unito, gli Stati Uniti, i paesi scandinavi, Israele vi sia governi e cittadini bacchettoni, eppure per molto ma molto meno in quei paesi si sono dimessi ministri, parlamentari, addirittura presidenti della Repubblica. E che lì il senso dello stato e delle istituzioni ha mantenuto un livello di decoro che in Italia abbiamo perso da tempo.
E tanto per non tediarvi oltre ricordo solo che la Severino potrebbe essere superata dall’applicazione dell’articolo 54 della Costituzione che dice che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Un articolo che supera qualsiasi disquisizione cavillosa sull’interpretazione di una legge ordinaria.
Tratto da: azionecivile.net