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ingroia-antonio-web35di Antonio Ingroia - 13 luglio 2013
Il 29 giugno ho scritto ai tre leader dei partiti in Parlamento con cui pensiamo di poter avere, almeno sui grandi temi, un rapporto, Pd, Sel e M5s, per chiedere loro di dar vita con noi a un grande movimento di opposizione allo stravolgimento della Costituzione che Camera e Senato si apprestano a varare. Ho chiesto di organizzare insieme le primarie della Costituzione per interpellare i cittadini su un tema fondamentale per la vita e la tenuta democratica del nostro Paese. A distanza di quasi 15 giorni non mi è arrivata alcuna risposta. Ho deciso quindi di pubblicare il testo delle tre lettere inviate a Guglielmo Epifani, Nichi Vendola e Beppe Grillo.
Antonio Ingroia

La lettera a Guglielmo Epifani
Caro Epifani,

Voglio esprimerti, innanzitutto, a nome di Azione Civile e mio personale, gli auguri di buon lavoro per il difficile e gravoso compito che ti é stato affidato in questa fase di vita del PD.
Tra questi compiti, immagino, rientra la questione delicatissima della revisione della Costituzione.
É fortissima in noi la preoccupazione per come si é avviato e sta procedendo l’iter che dovrebbe portare, non a una qualche iniziativa di manutenzione, ma a cambiare l’assetto del Parlamento, la forma di governo e, in coerenza con essa, la legge elettorale.
La notizia di emendamenti del PDL tesi a inserire anche la Giustizia tra i temi da sottoporre a revisione costituzionale, accresce in noi l’allarme su quanto sta avvenendo al Senato.
La questione che vorrei porti non riguarda la necessità, l’opportunità o le motivazioni che spingono a rimettere in discussione parti importanti della nostra Carta costituzionale, sulle quali esistono, per quello che ci riguarda e nel dibattito politico, valutazioni e punti di vista molto diversi.
Riguarda, invece, il coinvolgimento dei militanti e degli elettori delle forze politiche che costituiscono nel nostro Paese il campo del cambiamento, nelle difficili scelte che stanno, in questo momento, di fronte al Parlamento.
Le primarie aperte di coalizione per scegliere il candidato Presidente del Consiglio, hanno costituito un tratto significativo della storia e dell’identità del PD.
Penso, tuttavia, che sarebbe importante, fare un passo avanti. Occorre attivare il meccanismo delle “primarie aperte” anche, e direi soprattutto, sulle grandi opzioni di fondo che debbono caratterizzare il campo del cambiamento.
Tra queste sicuramente c’è l’impianto della nostra Costituzione e il sistema di garanzia posto dai Padri costituenti contro ipotesi e progetti di un suo stravolgimento.
C’é, oggi, il rischio concreto che l’art.138 della Costituzione, venga modificato in fretta e furia, nella disattenzione dell’opinione pubblica e senza una adeguata forma di coinvolgimento e di partecipazione dei cittadini.
Un rischio accresciuto dalla circostanza che si possono creare le condizioni parlamentari per evitare il referendum confermativo.
Per queste ragioni ti sottopongo la proposta di promuovere, con tutti coloro che nel campo del cambiamento ne avvertono la necessità, una grande consultazione popolare, una “primaria sulla Costituzione”, prima che il Parlamento si pronunci.
Credo che non ti sfugga che questa speciale “primaria” costituisce ad un tempo una scelta di ascolto degli elettori e una occasione per determinare nel Paese una grande discussione pubblica che qualunque trasformazione della Costituzione richiede.
Con la speranza di un accoglimento della proposta, resto in attesa di una tua risposta.
La lettera a Nichi Vendola
Caro Vendola,
voglio, innanzitutto, esprimerti, a nome di Azione civile e mio personale, l’apprezzamento per la battaglia che i parlamentari di SEL stanno conducendo al Senato contro il progetto di legge governativo di revisione dell’art.138 della Costituzione.
E’ fortissima in noi la preoccupazione per come si e’ avviato e sta procedendo l’iter che dovrebbe portare, non a una qualche iniziativa di manutenzione, ma a cambiare l’assetto del Parlamento, la forma di governo e, in coerenza con essa, la legge elettorale.
C’e', oggi, il rischio concreto che l’art.138 della Costituzione, venga modificato in fretta e furia, nella disattenzione dell’opinione pubblica e senza una adeguata forma di coinvolgimento e di partecipazione dei cittadini.
Un rischio accresciuto dalla circostanza che con il voto della maggioranza di due terzi dei parlamentari si possono creare le condizioni giuridiche per evitare il referendum confermativo.
Si toglierebbe ai cittadini, come appare peraltro evidente dalla fretta con cui la maggioranza sta procedendo, la possibilita’ di pronunciarsi sul progetto governativo di far saltare la“serratura di sicurezza”costruita dai nostri Padri costituenti per impedire stravolgimenti dell’impianto democratico della nostra Costituzione.
La questione che vorrei porti riguarda il coinvolgimento dei militanti e degli elettori delle forze politiche che costituiscono nel nostro Paese il campo del cambiamento, nelle scelte sulle quali il Parlamento sta decidendo.
Le primarie aperte di coalizione per scegliere il candidato Presidente del Consiglio, sono state un significativo risultato dell’impegno politico di SEL.
Penso, tuttavia, che sarebbe importante, fare un passo avanti.
Occorre attivare il meccanismo delle “primarie aperte” anche, e direi soprattutto, sulle grandi opzioni di fondo che debbono caratterizzare il campo del cambiamento.
Tra queste sicuramente c’e’ l’impianto della nostra Costituzione e il sistema di garanzia posto dai Padri costituenti contro ipotesi e progetti di un suo snaturamento.
Per queste ragioni ti sottopongo la proposta di promuovere, con tutti coloro che nel campo del cambiamento ne avvertono la necessita’, una grande consultazione popolare, una “primaria sulla Costituzione”, prima che il Parlamento si pronunci.
Le piazze e la rete possono diventare luoghi e strumenti straordinari non solo per accendere sulle modifiche della Costituzione quei riflettori che i grandi media vogliono tenere spenti, ma anche e soprattutto per sollecitare la partecipazione attiva dei cittadini italiani a scelte di fondo fondamentali per il loro futuro e per quello della democrazia italiana.
Con la speranza di un accoglimento della proposta, resto in attesa di una tua risposta.

La lettera a Beppe Grillo
Caro Grillo,
voglio, innanzitutto, esprimerti, a nome di Azione civile e mio personale, l’apprezzamento per la battaglia che i parlamentari del tuo movimento stanno conducendo al Senato contro il progetto di legge governativo di revisione dell’art.138 della Costituzione.
E’ fortissima in noi la preoccupazione per come si é avviato e sta procedendo l’iter che dovrebbe portare, non a una qualche iniziativa di manutenzione, ma a cambiare l’assetto del Parlamento, la forma di governo e, in coerenza con essa, la legge elettorale.
C’è, oggi, il rischio concreto che l’art.138 della Costituzione, venga modificato in fretta e furia, nella disattenzione dell’opinione pubblica e senza una adeguata forma di coinvolgimento e di partecipazione dei cittadini.
Un rischio accresciuto dalla circostanza che con il voto della maggioranza di due terzi dei parlamentari si possono creare le condizioni giuridiche per evitare il referendum confermativo.
Si toglierebbe ai cittadini, come appare peraltro evidente dalla fretta con cui la maggioranza sta procedendo, la possibilità di pronunciarsi sul progetto governativo di far saltare la “serratura di sicurezza” costruita dai nostri Padri costituenti per impedire stravolgimenti dell’impianto democratico della nostra Costituzione.
La questione che vorrei porti riguarda il coinvolgimento dei militanti e degli elettori delle forze politiche che costituiscono nel nostro Paese il campo del cambiamento, nelle scelte sulle quali il Parlamento sta decidendo.
Il M5S ha fatto della attivazione di forme di democrazia diretta dei cittadini l’asse portante di un nuovo modo di essere e di funzionare delle forze politiche, un tratto fondamentale della sua identità.
Per queste ragioni ti sottopongo la proposta di promuovere, con tutti coloro che nel campo del cambiamento ne avvertono la necessità, una grande consultazione popolare, una “primaria sulla Costituzione”, prima che il Parlamento si pronunci.
Le piazze e la rete possono diventare luoghi e strumenti straordinari non solo per accendere sulle modifiche della Costituzione quei riflettori che i grandi media vogliono tenere spenti, ma anche e soprattutto per sollecitare la partecipazione attiva dei cittadini italiani a scelte di fondo fondamentali per il futuro della democrazia italiana.
Con la speranza di un accoglimento della proposta, resto in attesa di una tua risposta.

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