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grillo-beppe-web0di Antonio Ingroia - 11 maggio 2013
Molte battaglie del Movimento 5 Stelle sono condivisibili, alcune sono addirittura quelle storiche della sinistra che Grillo ha fatto sue. Penso al reddito di cittadinanza, quasi una copia del reddito minimo garantito, o alla patrimoniale che da una quindicina di anni viene osteggiata da tutte le forze moderate, Ds compresi, come una follia e che oggi incontra i favori della maggior parte dei cittadini e che alcuni partiti non vedono più come fumo negli occhi.
Ma il M5s, anzi, per essere precisi, Beppe Grillo, sempre più spesso scivola su posizioni degne della peggiore destra reazionaria, roba da fare invidia a Bossi o Berlusconi.
Questa mattina Grillo ha inanellato una serie di dichiarazioni che resteranno nella storia del suo movimento come una delle pagine più nere.

È intervenuto su tre temi con affermazioni tutte odiose, a cominciare da quella sullo ius soli, sul diritto di cittadinanza di chi nasce sul suolo italiano. Si tratta, lo abbiamo già scritto, di una norma di civiltà che va nel senso della politica dell’accoglienza e dell’integrazione in un mondo sempre più globalizzato. La richiesta di un referendum consultivo non è prevista dalla Costituzione. Grillo la proponga e, se troverà i numeri in Parlamento, modifichi la Carta. Soltanto dopo potrà chiedere il referendum. Farlo ora è demagogico, significa solo rinviare sine die la proposta del ministro Kyenge, unica novità davvero positiva del governo Letta. La smetta di chiedere referendum popolari non previsti dalla nostra legge. Insomma, la smetta con il populismo da quattro soldi. Per il momento in Italia vige ancora un sistema di democrazia rappresentativa e non diretta. Si adegui e se ne faccia una ragione.
Ma Grillo non si è fermato qui e ha riservato alla stampa uno dei più feroci attacchi della storia del movimento. La maggior parte dei giornalisti non sono mai stati teneri nei miei confronti ma non ho mai pensato di indagare e pubblicare dossier su di loro. La libertà di stampa è prevista dall’articolo 21 ed è sacra, gli piaccia o no. Ci sono tutti gli strumenti giuridici per difendersi dalle calunnie ma il diritto di critica fa parte a pieno titolo delle garanzie democratiche.
Infine Grillo ha parlato dell’alleanza tra Pd e Pdl considerando la nascita del governo un colpo di stato. Il nuovo esecutivo nasce con un progetto folle, ma nel solco di quanto prevede la Costituzione e in una situazione particolare di paralisi. Attenzione, non sto dicendo che condivido la scelta di questo governo che considero un mostro a tre teste, ma solo che non si tratta di un colpo di stato e, forse, sarebbe ora che il professor Rodotà desse a Grillo qualche lezione di diritto costituzionale.
Insomma, tre autogol clamorosi figli forse di un riposizionamento politico. Evidentemente pensa di aver fatto il pieno dei voti a sinistra e che è arrivato il momento di sfondare a destra, tanto per usare le categoria della geometria politica. Attenzione però, perché le coperte in questi casi sono corte: se le stendi da una parte si ritirano dall’altra.
Ho l’impressione, e le reazioni alle affermazioni di oggi lo confermano, che il popolo del Cinque stelle non sia più in piena sintonia con il suo capo. Finché si protesta va tutto bene, quando arriva il momento della proposta un movimento così eterogeneo rischia di andare in crisi.

Tratto da: azionecivile.net

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