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ingroia-c-ansaIncontro a Scafati: “Comincia la seconda fase, vedremo chi ci starà”
di Stella Cervasio - 27 marzo 2013

«Come è noto era la mia prima esperienza politica, la considero anzi positiva e ritengo che mi aiuterà per la seconda esperienza».


Che intende?
«Mi sto dedicando a costruire il movimento politico, non ho avuto il tempo di farlo nelle settimane scorse, perché siamo entrati subito in campagna elettorale. Un movimento politico di cui credo tanti italiani sentissero la necessità e di cui solo un piccolo sintomo sono stati i quasi 800 mila voti che abbiamo preso. La testimonianza più chiara è stato soprattutto però il voto massicciamente indirizzato al Movimento Cinque Stelle, dove si è canalizzata una richiesta tumultuosa, a volte un po’ confusa, ma significativa di cambiamento».

Crede ancora che Rivoluzione civile possa dare risposte?
«Di più: sono convinto che a questa domanda bisogna rispondere con una proposta politica. Quella di Grillo non lo è, è solo una protesta a cui si deve far seguire la proposta che avevamo espresso noi, pur senza tempo e condizioni adatte per comunicarla nel modo giusto. Il tempo ora c’è. Quindi sono convinto che il movimento che sta nascendo da solo, spontaneamente su tutto il territorio nazionale e che ha bisogno soltanto di essere meglio organizzato e coordinato, potrà decollare».

Cosa pensa di quanto sta accadendo in Parlamento?
«C’è una situazione di stallo, di sostanziale paralisi, frutto soprattutto di una pessima legge elettorale, che ha polarizzato il voto come ci si aspettava. Solo che invece di due poli, abbiamo tre minoranze che non sono in grado di dialogare fra loro, una incompatibile rispetto all’altra. Anche l’unico movimento che ha vinto le elezioni, Cinque Stelle, ha riportato una vittoria di Pirro, perché non consente di governare. Ecco perché occorre una proposta di governo per governare il cambiamento».

Che cosa farà ora? In un’intervista aveva detto che non sarebbe stato più magistrato e che avrebbe presieduto Rivoluzione civile.
«Il destino personale di Antonio Ingroia non è la cosa principale, la più importante è che il destino del movimento cresca, e sto facendo in modo tale che possa andare avanti qualunque sia il ruolo di Ingroia».

Si parla di lei in Val d’Aosta, accetterà?
«Il mio ruolo si vedrà quando il Csm assumerà definitivamente le sue determinazioni riunendo il plenum. Deciderò quando sarà il momento. Per ora c’è solo una proposta».

Il rapporto con Napoli e con de Magistris. Lei ha detto che ha scoperto che “in politica lealtà e amicizia non sempre reggono”.
«Le amicizie sono vicende private che non vanno portate in piazza, ho fatto delle considerazioni di ordine generale».

Ma qualcosa si è rotto, cosa?
«Il progetto di Rivoluzione civile, per com’era nato, è andato incontro alla sconfitta elettorale, e ciascuno ha reagito in maniera diversa come è legittimo che sia».

Rispondendo agli attacchi del sindaco, che ha dichiarato “il flop non è stato mio”, lei ha commentato: “Ha molti problemi: è criticato dai cittadini napoletani e mi rendo conto che voglia proteggersi dall’effetto della sconfitta, anche se ne è corresponsabile”.
«L’ho detto in due interviste un po’ a botta e risposta. Lo consideroun capitolo chiuso. Vale per tutti ma in misura diversa: chi ha contribuito alla nascita di Rivoluzione civile non può non condividere gli effetti della sconfitta, così come avrebbe condiviso quelli di una vittoria. In primo luogo come leader devo risponderne io, ma ciascuno degli altri ne avrebbe tratto benefici».

Ma il sindaco fa ancora parte di Rivoluzione civile, come sembrava da sue dichiarazioni rilasciate ai primi di marzo?
«Rivoluzione civile come esperienza, così come è nata, si è conclusa. Credo ora in una seconda fase su basi diverse, e vedremo chi ci vorrà stare».

Cambierà nome?
«Questo si vedrà. Il progetto politico ha una sua forza che prescinde dal metodo col quale si è realizzato. È il metodo, infatti, che non ha funzionato secondo me».

Come giudica la situazione napoletana?
«Difficile. Nessuno ha la bacchetta magica. Sono certo che de Magistris, come ha dichiarato, si dedicherà soprattutto ad amministrare la sua città».

Tratto da: La Repubblica

Foto © Ansa

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