di Antonio Ingroia - 14 febbraio 2013
Il caso Finmeccanica è una vicenda gravissima non solo dal punto di vista economico, penale e giudiziario, ma anche dal punto di vista strettamente politico. Dimostra l’incapacità, o forse addirittura la complicità di buona parte del nostro quadro politico con il malaffare. Il presidente Orsi è stato arrestato per tangenti con l’accusa di corruzione internazionale, peculato e concussione, al termine di un’indagine in cui queste ipotesi di reato così gravi si ipotizzavano sin dall’inizio. Il presidente del Consiglio Monti doveva pretenderne immediatamente le dimissioni, anche solo a titolo precauzionale, per mettere in sicurezza il più grande gruppo industriale italiano. Così agisce una politica che si fa rispettare. Invece Monti si è voltato dall’altra parte, non ha fatto niente, e in questo suo immobilismo c’è una complicità politica enorme. Una complicità sua, del governo e dei partiti che l’hanno sostenuto, compreso il Partito democratico.
In ogni caso, lo scandalo Finmeccanica ripropone la necessità di affrontare subito, e con strumenti davvero efficaci, il tema della corruzione. Un tema che Rivoluzione civile mette al centro della propria agenda politica, traducendolo in una guerra senza quartiere a corrotti e corruttori, per recuperare quei 60 miliardi di euro che ogni anno vengono sottratti alle casse dello Stato, alla parte onesta del Paese. Serve una rivoluzione civile, etica, morale, politica per rompere una volta per tutte il filo che unisce malaffare e politica, per spazzare via una classe dirigente troppo spesso compromessa con il sistema corruttivo. Noi ci siamo.
Antonio Ingroia
Tratto da: rivoluzionecivile.it
In foto: Giuseppe Orsi