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ingroia-antonio-bigdi Antonio Ingroia - 4 febbraio 2013
Le promesse di Berlusconi sul rimborso dell’Imue le improbabili rassicurazioni sulla copertura finanziaria dell’operazione, oltre ad essere intrise di dichiarazioni insensate, nascondono l’ennesimo regalo agli evasori.

La “perla” annunciata oggi, ovvero la proposta di tassazione delle attività finanziarie detenute in Svizzera dai cittadini italiani, è in realtà l’ennesimo regalo ai disonesti, in stile “scudo fiscale” di Tremonti.. Bastano pochi calcoli per smascherare la menzogna contenuta nella proposta: sui 150 miliardi depositati in Svizzera, infatti, 20 miliardi sono poco più del 10% del valore. Chiunque capisce che ogni proposta di regolarizzazione dei capitali illegalmente esportati deve prevedere che la quota trattenuta dallo Stato non possa essere inferiore al 30-40% del totale.

Quanto all’Imu, Berlusconi l’ha votata in Parlamento nella formulazione attuale senza stracciarsi le vesti. Dopo questo tardivo ravvedimento, come pensa di risarcire gli italiani: di tasca propria? Dalla destra, inoltre, non è giunta neanche una parola sulla lotta alla grande evasione e ai capitali criminali, che invece rappresenta un punto essenziale del programma di Rivoluzione civile. Proposte di questo genere, senza nemmeno indicare come finanziarle, non hanno alcuna forza e umiliano gli elettori.

Credo che il costo della crisi debba essere sostenuto da chi non ha mai pagato. L’Imu va abolita sulla prima casa e va invece applicata agli immobili commerciali della chiesa e delle fondazioni bancarie, come è scritto nel programma di Rivoluzione civile. Per coprire il mancato gettito, così come per finanziare innovazione e ricerca per le imprese, va introdotta una patrimoniale sulle grandi ricchezze e condotta una lotta senza quartiere all’evasione, che sia in grado di alleggerire la pressione fiscale sui redditi medio-bassi oggi pesantemente colpiti. Ecco come si motiva una proposta seria che non sia una barzelletta.

Rivoluzione civile è in campo con le sue proposte in materia di economia e lavoro con l’obiettivo di voltare pagina e restituire credibilità al Parlamento, dopo il disastroso ventennio berlusconiano e dopo la lunga parentesi del “tecnico” Mario Monti, un impiegato al servizio della finanza e di Marchionne. Lo stesso ad della Fiat che ha la faccia tosta di dire di essere per l’occupazione e di essere pronto a confrontarsi con tutti tranne che con Landini e la Fiom.

La nostra Rivoluzione civile ha scelto invece Pomigliano d’Arco, con il suo stabilimento Fiat, e Antonio Di Luca, uno degli operai della Fiom-Cgil licenziati e reintegrati dalla magistratura, come simboli dell’Italia del lavoro, un paese di persone oneste che ha come bussola dell’agire la Costituzione italiana.

Tratto da: rivoluzionecivile.it

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