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di Fabio Repici
Ultimissime da quell'antro infernale chiamato Facebook. Ieri mattina, 22 aprile 2020, alle 7:09, appena prima o appena dopo aver fatto colazione, una signora di Vittoria che all'anagrafe si chiama Maria Concetta Ventura, su un profilo Facebook intestato a Ventura Mary, dedicava la propria attenzione e qualcosa di diverso dall'affetto al giornalista Paolo Borrometi.
Riporto testualmente, punteggiatura (per così dire) e caratteri grafici inclusi: «QUESTO E IL GIORNALISTA DELLA VERA VERGOGNA ...PAOLO BOROMETTI ..TI SEI DIVERTITO A INFANGARE E OFFENDERE TROPPE PERSONE CON COSE NON ESISTENTI MA OGGI SEI STATO TU INFAGATO CHE SEI UNA VERGOGNA E TI ANNO PURE QUARELLATO RICORDA BOROMETTI CIO CHE AI FATTO A GLI ALTRI AI RICEVUTO VERGOGNAAAA QUESTO E IL GIORNALISTA DELLA PAGINA LA SPIA».
Il post della signora Mary, senza soluzione di continuità, proseguiva con altro testo dall'italiano meno ribelle, la cui paternità non era indicata ma che con chiarezza era duramente critico nei confronti di Paolo Borrometi e rivolgeva grande apprezzamento all'operato dell'on. Claudio Fava e della Commissione sedicente antimafia dallo stesso Fava presieduta, con riferimento a una relazione da Fava e dalla Commissione pubblicata qualche giorno prima (sul ciclo dei rifiuti in Sicilia), anch'essa contenente critiche a Borrometi.
Lo stesso testo riportato da Ventura Mary era stato riportato in precedenza, il 17 aprile all'1:33, da un altro profilo Facebook il cui nome va qui riportato per esteso: «Agenzia Onoranze Funebri Cutello, la misericordia», il cui titolare, se non ho capito male, è il signor Maurizio Cutello. Da quest'ultimo profilo si deduceva che l'autore del testo pubblicato in condivisione è tale Bartolo Iacono, avvocato, se non ho capito male.
Questi i dati oggettivi rappresentati in quella vetrina chiamata Facebook, dove la signora Maria Concetta Ventura, alias Ventura Mary, può rivolgere nel modo che si è visto il suo odio al giornalista Paolo Borrometi (e non Borometti, come ella erroneamente scrive).
In effetti, è ben comprensibile che la signora Ventura non provi alcuna simpatia per quel giornalista. E che, come lei, non ne provino i suoi familiari e pure il titolare di quelle pompe funebri.
L'ho capito leggendo alcuni articoli pubblicati in passato da Borrometi su fatti di mafia accaduti a Vittoria e su vicende giudiziarie connesse. Ne basterebbe uno, dal titolo «Il clan Ventura, la mafia, i tentati omicidi e la violenza inaudita: “Hanno picchiato anche la figlia”». Che poi sarebbe appunto Maria Concetta, Mary, colpevole agli occhi del padre di essere sentimentalmente legata a un mafioso di diversa obbedienza, il quale, per immeritato sovrapprezzo, al tempo di quell'articolo era diventato collaboratore con la giustizia e accusatore del clan Ventura, Rosario Avila.
Il papà di Maria Concetta detta Mary si chiama Giambattista Ventura. Il 4 aprile 2017 papà Ventura venne condannato dal tribunale di Ragusa alla pena di un anno e otto mesi di reclusione per minaccia ai danni di Paolo Borrometi. Il processo, da quello che capisco dalle notizie in rete, è pendente innanzi alla corte di appello di Catania per il secondo grado di giudizio.
A sua volta, Maria Concetta Ventura da due anni è imputata innanzi al tribunale di Ragusa per sei episodi di diffamazione ai danni di Paolo Borrometi. Alcuni suoi coimputati rispondono complessivamente di trentatré (33) episodi di diffamazione e minaccia, sempre ai danni di Paolo Borrometi.
E Maurizio Cutello? Di lui ho letto in un altro articolo di Borrometi del 15 settembre 2017, dal titolo (e però qualcuno avverta Borrometi che fa titoli che manco i titoli dei film della Wertmuller) «Vittoria, azzerato il clan Ventura: in carcere da Filippo a Titta, fino al “Checco” e Giliberto. Sequestrata la “Linea Pack” e altri beni del clan». E così ho scoperto che in quell'occasione insieme a mezza famiglia Ventura fu arrestato, per l'appunto, «Cutello Maurizio Angelo inteso “Mauriziu u tabbutaru o svuorricamorti”». Va detto, per rispetto della verità e del signor Cutello, che ho trovato notizia che egli è stato successivamente scarcerato e che, però, l'1 agosto 2019 il suo esercizio di pompe funebri sarebbe stato colpito da interdittiva antimafia emessa dal prefetto di Ragusa in seguito a una triste e nota vicenda.
Confesso: non credo di essere un tipo suggestionabile ma sono rimasto impressionato. In un paese in cui, giustamente, davanti a episodi di presunte molotov al Tavernello o presunte minacce ricavate da testi, più che criptici, misterici ai danni di giornalisti o altre personalità, viene subito lanciata l'allerta pubblica dalle grandi firme e dai migliori intellettuali, vedere squadernato e vomitato in modo così esplicito (e in questo la signora Ventura merita i complimenti per la sua glasnost) l'odio nei confronti di Paolo Borrometi e contemporaneamente che nessuno fino al momento in cui scrivo ha manco inarcato un sopracciglio a me sembra il segno della disfatta morale di una società.
E per questo in questo momento, sentendomi impotente, non so fare altro che esprimere qui la mia solidarietà a Paolo Borrometi e pure il senso della mia amicizia. So che, di questi tempi, non è proprio conveniente avere la mia amicizia, ma, tutto sommato, c'è di peggio.

Foto © Imagoeconomica

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