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di Giampiero Calapà - Intervista
La vedova del dirigente morto nel 2013 scrive agli onorevoli: “La commissione d’inchiesta subito”

“Mi chiamo Antonella Tognazzi e sono la moglie di David Rossi, ormai ex responsabile dell’area comunicazione di Banca Monte dei Paschi di Siena, morto precipitando dal suo ufficio della sede dell’istituto la sera del 6 marzo 2013”. Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, ha scritto così ai capigruppo della Camera. E chiede una cosa semplice: fate presto con la commissione d’inchiesta. Perché? “Io sono solo la moglie, non sono un giudice né un medico legale e Carolina è la figlia, una ragazza che ha perso, troppo giovane, il padre. Con questa breve lettera vi invito a valutare la calendarizzazione della proposta che vede l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta su quella morte, in seno alla quale riteniamo ci siano numerose zone d’ombra ancora non chiarite e che speriamo il Parlamento tutto riesca a decifrare. Vogliamo solo giustizia, non vendetta. La su citata proposta ha ricevuto, e ringraziamo di cuore, l’appoggio e la firma di tutti i gruppi attualmente rappresentati alla Camera dei deputati e quindi confidiamo ci sia un oggettivo interesse nel portarla avanti prima possibile. Vi ringraziamo di cuore, Antonella”.

Ormai sono passati mesi dalla proposta firmata da tutti i partiti presenti in Parlamento…
Esatto, poi c’è stata la crisi politica, il cambio di governo… adesso, però, dal momento che tutti i partiti hanno espresso l’intenzione di procedere devono dar seguito a quanto promesso. Non ci sono più scusanti e non c’è più tempo da perdere.

Dopo più di sei anni non tornano ancora troppe cose rispetto alla morte di suo marito. Non si dà per vinta?
No. Chiedo delle risposte perché al di là della mia tragedia personale le due archiviazioni non hanno chiarito nessuna delle domande emerse. La stessa procura di Siena ha affermato di non aver svolto bene le indagini.

Cosa spera di ottenere?
La verità. È positivo che il procuratore di Siena Salvatore Vitello si sia già reso disponibile a ricominciare le indagini. Un fascicolo andrebbe aperto, però, per omicidio, non per suicidio.

Fra tutti i buchi neri del 6 marzo 2013 quale proprio non le va giù?
Ce ne sono diversi, per esempio non capisco perché non sono stati mai acquisiti i tabulati telefonici della persona che entra nel vicolo, cellulare all’orecchio, e ci resta per cinque minuti mentre David è per terra ma ancora vivo. Non si è chiarito come mai il portiere dell’edificio proprio in quel momento non stesse guardando gli schermi. L’orologio che cade dalla finestra mezz’ora dopo la tragedia? Ci hanno detto che non si trattava di un orologio senza però dirci che oggetto fosse… E poi il pm Aldo Natalini che distrugge reperti importanti come i fazzoletti del cestino della carta prima della chiusura delle indagini. La morte di mio marito è stata classificata come suicidio con troppa fretta.

Secondo lei suo marito era a conoscenza dei festini a luci rosse di cui ipotizzò l’esistenza l’ex sindaco Pierluigi Piccini?
Non so se quei festini hanno una relazione con la morte di mio marito. Mi pare chiaro, però, che stia emergendo un ‘sistema’ marcio che in questa città esiste.

David sapeva delle cose?
David voleva parlare con i pm. Gli altri dirigenti erano stati sentiti tutti nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria sulla banca. Ignoti entrarono due volte in casa e nel suo ufficio. Voleva capire perché ci fosse questa ‘attenzione’ su di lui.

Suo marito le aveva mai confidato preoccupazioni? Paure?
No, non era ansioso. Amava il suo lavoro. La sua vita era fatta di cose semplici: la casa, la campagna, la famiglia, il buon cibo e il buon vino. Mai si sarebbe suicidato lasciandomi nel disagio emotivo ed economico in cui mi sono ritrovata in questi anni.

Anche economico?
Avevamo sottoscritto un mutuo con Mps. Per un rudere ristrutturato e divenuto la nostra casa. Duecento metri quadri a Siena che col lavoro di David ci potevamo permettere. La banca non mi ha aiutato per niente. Hanno solo allungato il mutuo a 40 anni, pagherò fino ai miei 92, lo hanno fatto per recuperare i loro soldi. Ho dovuto vendere un’altra abitazione per poter abbassare la rata che oggi è di 915 euro al mese. Io ne guadagno 800 come impiegata part time della Fondazione musei. Se non fosse per la pensione indiretta di mio marito David non potrei permettermi il mutuo. Però sono contenta: non devo ringraziare proprio nessuno, tanto meno Mps.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

Foto © Imagoeconomica

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