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di don Luigi Ciotti*
La pallottola l’ha colpita mentre giocava con la nonna. E ora non ci resta che sperare con tutte le forze che i medici, l’affetto e il calore dei genitori e dei nonni, ma anche il desiderio e la meraviglia della vita così forti in una bambina di quattro anni, possano salvarla.
Noemi giocava - e sappiamo quale meravigliosa fonte di apprendimento, non solo di svago, rappresenti per un bambino il gioco - ma la sua vita è adesso in pericolo a causa di chi gioca con le nostre vite, ne fa uno strumento di affermazione, di profitto, di potere. Le mafie nelle loro varie e molteplici espressioni, certo, ma anche il sistema che alle mafie permette di esistere, di espandersi, di diventare sempre più forti.
Dobbiamo avere l’onestà e il coraggio di riconoscerlo: la repressione è fondamentale ma insufficiente. Non bastano le indagini, gli arresti, i processi, se non si lotta contro quel male che è brodo di coltura di mafie e corruzione: le disuguaglianze, i diritti degradati a privilegi, la distruzione o la privatizzazione dei beni comuni.
Come non basta la speranza quando non diventa impegno personale e collettivo a costruire una società del “noi” e non dell’“io”, della relazione e non dell’esclusione, dell’essere e non dell’avere. Una società dove per un bambino il gioco sia incontro con la gioia e con la vita, non con la sofferenza e con la morte.
Forza piccola Noemi da parte di tutti gli amici di “Libera”.
Sei nei cuori di tante persone, ma lo sei innanzitutto in quello grande di Napoli, città meravigliosa abitata in stragrande maggioranza da persone meravigliose, appassionate, creative e generose. Persone attaccate alla vita come al primo e al più prezioso dei beni comuni.

*Presidente nazionale Libera

Tratto da:
liberainformazione.org