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salvini matteo di maio luigi c imagoeconomicadi Salvo Vitale
Al di là delle promesse di Salvini sulla durata del governo sino alla naturale scadenza, la sua fine è già preannunciata tra fine maggio e giugno, subito dopo le elezioni europee, i cui risultati si preanunciano come un ulteriore balzo in avanti, c’è chi dice “trionfo” della Lega, che assorbirebbe in un partito unico anche il crescente 4/5% della Meloni dando vita a un’alleanza sovranista, che supererebbe il 40% e quindi avrebbe le carte in regola per governare l’Italia senza ulteriori alleati, facendo a meno anche delle truppe in disfatta di Berlusconi, giudicato come un vecchio rudere di cui disfarsi.
Le elezioni in Abruzzo hanno provocato una serie di scosse, soprattutto fra i Cinquestellati, che al momento sembrano “un esercito di parlamentari travolti dalla liturgia della politica e dalla movida della Capitale” , non si sono ripresi dopo il calo di consensi e non riescono a trovare soluzioni per arginarlo. Come già successo al Pd. In un interessante articolo di Alberto Quaranta su “L’Inkiesta” si legge: “Spaesati, confusi, preoccupati. Da lunedì mattina i parlamentari del M5S pascolano in Transatlantico senza un orizzonte, senza una rotta. "Navighiamo a vista", bofonchia una deputata che non gradisce la deriva “destra” di un movimento 'che ormai - ripete - non fa altro che sciommiottare la Lega di Salvini". In questo contesto l’espressione "voto anticipato" non è più un tabù. I bookmakers del palazzo quotano un ritorno alle urne non più come uno scenario di fantapolitica. Ma, assicurano, "come un evento non più impossibile".
Di Maio, dopo due giorni di riflessioni e silenzio ha parlato, ha detto che il movimento deve diventare partito e aprirsi alle liste civiche e che bisogna “non correre quando non siamo pronti”. In pratica il movimento dovrebbe rinnegare se stesso, come ha già fatto in questi ultimi tempi ,e rinunciare alla sua struttura fortemente centralizzata. In ogni caso, qualsiasi cosa succeda, “la colpa è del Pd
Per contro i leghisti gongolano, sono convinti che la loro crescita è irrefrenabile e che bisognerà al più presto cambiare gli attuali rapporti parlamentari di forza attualmente a favore dei cinquestellati, staccando la spina al governo e andando ad elezioni anticipate: Salvini non perde un colpo ed è onnipresente, dalla TAV in Piemonte, agli incontri con i pastori sardi, in vista delle imminenti elezioni regionali nell’isola, a quelli con gli olivicoltori, al botta e risposta con Macron, alla scelta di riconoscere Guaidò in Venezuela, alla smobilitazione dell’affaire assistenzialistico dei migranti, alla quota cento, all’autonomia regionale, al decreto sicurezza, agli attacchi alla magistratura, dopo l’apertura del procedimento nei suoi confronti, in bella mostra con la giacca da poliziotto, in attesa che arrivi qualche altro barcone o qualche altra nave ong carica di migranti, sulla cui pelle guadagnare altre migliaia di voti. Il gruppo che cura la sua immagine, con la consulenza di esperti americani di comunicazione, sa fare il suo lavoro, uno dei tanti di un progetto mondiale, trainato dagli Stati Uniti, che si ripropone di spostare a destra i governi di tutto il mondo. Tra qualche mese toccherà alla Spagna, poi a tutto il blocco degli stati europei.
In tutto ciò l’unico argine rimasto sembra il Presidente Mattarella, contrario a un immediato ritorno alle urne, pronto a ricorrere, si dice, a un governo di tecnici per salvare il paese dalla crisi, definito, nell’articolo già citato “una sorta di notaio della Repubblica, un tifoso della stabilità del Paese, un democristiano dotato dell’arte dell’ascolto e della pazienza. Ma oramai assai stanco dei continui scontri politici fra Lega e M5S”.

Foto © Imagoeconomica

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