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maggiani chelli giovanna c BramoSestini di Giovanna Maggiani Chelli*
Mi rivolgo a quelle Istituzioni nelle quali abbiamo sempre creduto, forze dell'ordine comprese. Quando muore un figlio è un dramma immenso e lo sappiamo tutti benissimo, se poi un figlio ti muore in un modo terribile, senza l'aiuto e il supporto di tutte quelle leggi che lo Stato si dà per il vivere civile - e la strage terroristica eversiva è uno di quei modi tremendi sopra ogni logica di morte per andarsene - ebbene la rabbia e il dolore per la grave perdita si eleva alla massima potenza e non passa più. La mattina del 27 maggio 1993 quando tutti siamo andati a contare e a riconoscere i nostri morti, a cercare negli ospedali i nostri feriti, oggi tutti invalidi in modo grave, e con malattie gravissime, mai e poi mai avremmo immaginato che, come si pretende di dire oggi: "una tecnica investigativa" aveva provocato lo scempio che avevamo davanti ai nostri occhi. Sono passati 25 anni, sarebbe ora di dire agli italiani, perchè noi lo sappiamo benissimo, che la strage di via dei Georgofili poteva esere evitata se lo Stato avesse fatto il suo dovere. Non, come avviene oggi, "spargere veleno" dall'alto e soprattutto imporre "indifferenza dall'alto", di modo che l'informazione di questo Paese, che pretende di essere democratico, taccia e menta su ciò che è avvenuto veramente la notte del 27 maggio 1993!

*Presidente Associazione tra i familiari della strage di via dei Georgofili

Info:
strageviadeigeorgofili.org

Tratto da: facebook.com

Foto © BramoSestini