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dalla chiesa nando web3di Nando dalla Chiesa
Che un giovane africano sfugga per miracolo a tutte le sventure della terra per poi, giunto in terra civile e pacifica, trovare sulla sua strada i bastardi di Fermo è qualcosa che grida vendetta al cielo, se qualcuno da lassù è in grado di ascoltare. Intanto però proviamo a pensarci noi. Qui all’appello non sfugge proprio nessuno. La più nera delle provincie marchigiane, con le sue imbecillità da tempo libero. Il calcio con i suoi cosiddetti ultrà, sempre accolti generosamente, ed è una delle ragioni per cui del nostro calcio non mi occupo più, mi fa schifo come i suoi protagonisti. Però chiamiamoli nazisti prima che ultrà. Non dimentichiamo gli “ultrà” che hanno generato i massacri jugoslavi. E soprattutto non sfugge il linguaggio degli animali politici (nel senso scientifico di “animal spirit”) che per raccattar voti, ossia per la loro poltrona, fomentano odi e incitano gli uomini a essere bestie (nel senso scientifico di bestie), chiamando scimmie degli esseri umani. A loro piccola attenuante sta il fatto che, a causa della propria ignoranza, non sanno misurare l’effetto delle parole. Non capiscono che spesso, passando di bocca in bocca, il fiato genera mostri.

Ho fatto (perché non confessarlo?) le mie riflessioni sull’ergastolo, di quelli duri. Ho mentalmente combattuto con il mio amico Gherardo Colombo e con la sua tesi (radicalissima) sull’abolizione del carcere. Poi, sempre senza che lui ne sapesse nulla, gli ho dato ragione. Nessun carcere per l’assassino e per i bastardi che gli stanno dietro. Ma all’assassino con la spranga darei la pena seguente: caro essere umano, che dolorosamente devo chiamare tale, tu non ti farai nemmeno un giorno di carcere. Ma passerai gli anni a pulire i cessi dei centri di accoglienza, qualunque nome abbiano in futuro. Pulirai gli escrementi delle “scimmie”, svolgendo un servizio sociale essenziale visto che quei centri sono ritenuti essenziali per l’ordine pubblico del tuo paese. La sera potrai anche tornare a casa. E ti sarà vietato di cantare “Fratelli d’Italia” e disonorare il tuo paese, che ha avuto e ha ben altri “fratelli”. Con l’augurio di trovare un educatore che un giorno ti faccia pensare a quelli che ti hanno messo quelle fregnacce nella zucca per ciò che sono: dei bastardi.

Tratto da: nandodallachiesa.it

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