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renzi-governo-webdi Nicola Tranfaglia - 5 giugno 2015
Gli italiani tendono sempre di più ad astenersi dal voto. Hanno sciolto quel patto sempre più esile che li lega alla rappresentanza istituzionale. Le ragioni non sono difficili da individuare e si chiamano protesta, sfiducia o in differenza. La secessione degli invisibili, ha scritto l'editorialista di un settimanale romano, scompensa i pesi nelle urne giacché pochi decidono per tutti.

E il Capo dello Stato Mattarella ha subito sottolineato che la scarsa partecipazione impoverisce di molto la democrazia. La verità è che né il decisionismo programmatico di Renzi, né l'occupazione di molti schermi televisivi da parte di Salvini né le pizze di autofinanziamento dei Cinque Stelle sono stati strumenti utili per frenare l'emorragia di votanti. L'offerta politica-dicono gli esperti di marketing-appare insufficiente. I Cinque Stelle non hanno conquistato nessuna delle sette regioni in palio ma si sono collocati su una percentuale del 16 per cento e sono pronti a raccogliere sentimenti di rabbia e di ribellione verso la politica ufficiale di cui sono stati fino ad oggi i portavoce. Salvini, invece, ha vinto il suo derby con Forza Italia e conduce la variegata destra italiana verso una deriva sempre più estremista. Da sempre incline al razzismo ,tesaurizza le paure del ceti più deboli e flirta con Marine Le Pen che vuole smantellare l'attuale Europa e interpreta l'esatto contrario di quella destra normale che all'Italia è sempre mancata. Insomma i guadagni di Salvini su Forza Italia non allargano il suo dominio verso quella destra moderata e conservatrice che in Italia è stata sempre poco presente. Il partito moderato ha dovuto incassare la sconfitta in Liguria che forse si poteva evitare ma Renzi ha puntato su un populismo riformista per depotenziare i populismi dell'antipolitica grillina e leghista. Ma la sua formula alla fine non può reggere se non mette mano a quei provvedimenti in grado di dare davvero soldi,lavoro e sicurezza sociale a quelli che lo votano. La verità è che il Jobs Act non dà frutti maturi e la scuola è in grave difficoltà non destinata a spegnersi rapidamente. Insomma il Renzismo resiste ma non sta tanto bene. E, nei prossimi mesi, probabilmente ne vedremo le conseguenze.