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scorta-civica-striscioneLa replica al presidente della Corte d’appello di Palermo
27 gennaio 2015
Il presidente reggente della Corte d’appello di Palermo ha dichiarato che: "Va riconosciuto il merito di quelle componenti della cosiddetta società civile che hanno contribuito a far crescere, nelle giovani generazioni, quella cultura antimafiosa che costituisce il vero e permanente antidoto alla diffusione dei comportamenti mafiosi. Ma occorre la dovuta attenzione affinché tale opera non guardi esclusivamente al momento repressivo dell’organizzazione criminale, ovvero sia in favore soltanto della pubblica accusa con, talvolta anche plateali, manifestazioni di protesta nei confronti della giudicante, rea soltanto di avere appunto giudicato in base agli elementi di accusa presenti nel processo, spesso insufficienti. L’alta funzione affidata ai magistrati di applicare la legge assume un carattere di laica sacralità, che immune da ogni atteggiamento di personale protagonismo, non può prescindere del carattere di indipendenza e imparzialità".

Si “dimentica” che Scorta civica, insieme a tanti cittadini ed Associazioni, non ha “scelto” di esprimere sostegno ai magistrati della Procura di Palermo, per affezione “al momento repressivo dell’organizzazione criminale” , ma è scesa in campo a causa della “scelta” dei capimafia di condannare a morte il magistrato Nino Di Matteo.
Scorta civica è scesa in campo anche per reagire al persistente silenzio di tanti alti rappresentanti delle istituzioni che continuano a tacere sugli ordini che i capimafia hanno impartito e non dimenticano che l’attentato a Nino Di Matteo ed agli uomini della sua scorta è stato sventato grazie all’arresto del capomafia incaricato di eseguirlo, ma che la minaccia incombe.
Scorta civica ha chiesto di potenziare la tutela al Magistrato Nino Di Matteo perché era ed è evidente che non sono state formulate generiche minacce ma è stato impartito un ordine.
Scorta civica continuerà a manifestare perché la scorta dei Magistrati della Procura di Palermo sia dotata del bomb jammer, che viene utilizzato dai militari italiani in Afganistan, per tacere dell’uso che ne hanno fatto i boss di Mafia Capitale per impedire le intercettazioni ambientali.
Scorta civica continuerà a denunciare la latitanza ultraventennale del boss Matteo Messina Denaro, che continua ad aggiungere delitti a quelli già commessi e che non viene catturato nonostante sia inserito fra i dieci più pericolosi criminali nel mondo.
Scorta civica è scesa in campo assieme ai tanti cittadini ed Associazioni che pretendono la verità sulla stagione delle stragi del 1992-1993, non dimenticando che le stragi avvennero dopo continue delegittimazioni dell’azione dei magistrati, “criticati” per eccesso di protagonismo.
Scorta civica non dimentica che nella stagione delle stragi sono stati uccisi tanti magistrati, sia inquirenti che giudicanti, non dimentica nessuna delle vittime e pretende che per tutti sia fatta giustizia facendo luce su ogni “indicibile accordo”.
Palermo, 27 gennaio 2015.

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