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napolitano-radio-radicale-audio-audizioneRespinta la richiesta di Radio Radicale di trasmettere la testimonianza sulla mafia
di Giuseppe Lo Bianco - 11 novembre 2014
Nessuno ascolterà la voce di Giorgio Napolitano ricostruire la sua verità sui passaggi più oscuri dell’ultimo ventennio italiano. Nessuno sentirà l’inflessione, le pause, i rimbrotti, i tentennamenti o i toni sicuri (se ve ne sono stati) e nessuno potrà agganciarli alle domande rivoltegli nel corso dell’udienza nella Sala Oscura del Quirinale per arricchire dell’elemento sonoro la propria opinione.

LA CORTE DI ASSISE di Palermo presieduta da Alfredo Montalto ha respinto l’istanza presentata da Radio Radicale per ottenere (e trasmettere) l’audio dell’udienza del processo della trattativa Stato-mafia, svoltasi lo scorso 28 ottobre al Quirinale. L’istanza era stata presentata l’indomani dell’udienza quirinalizia dall’emittente di Pannella che era già stata autorizzata dalla Corte a tramettere in diretta il processo, come del resto fa con tutti gli altri processi di rilevante entità e con i lavori di Camera e Senato (per questo suo preziosissimo servizio riceve congrui contributi dallo Stato). Ma la corte l’ha bocciata perché la richiesta non è “attinente all’autorizzazione a suo tempo rilasciata in favore dell’istante”. Ritenendo, evidentemente, di natura diversa le udienze svolte nell’aula bunker e quella celebrata nella Sala del Bronzino, meglio conosciuta come Sala Oscura. In quell’occasione la voce di Napolitano era stata ascoltata solo dai giudici, dai pm e dagli avvocati presenti e dai tecnici del Quirinale ai quali è stata affidata la fonoregistrazione dell’udienza, poi messa a disposizione della corte. Che l’ha affidata a una società palermitana che in tre giorni ha completato il lavoro di sbobinatura e di trascrizione depositando il verbale di 86 pagine. “Chi meglio di Radio Radicale, con tanto di quarantennale tradizione può dare ampia, integrale e fedele informazione e diffusione senza filtro alcuno di quella storica testimonianza raggiungendo ben più ampio spettro “d’opinione pubblica”? – scriveva l’emittente sul sito glistatigenerali.com, chiedendo alla Corte presieduta da Alfredo Montalto
   di esprimersi su quell’istanza – liberare quella straordinaria voce in ostaggio – peraltro di un pubblico esame in pubblico processo – sarebbe solo un laico gesto di buon senso: e nulla più”.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano dell'11 novembre 2014