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ciancimino-massimo-web24di R.C. - 16 maggio 2014
Neanche una breve dedicata alla latitanza del libanese zu Marcello, in compenso fiumi di articoli mirati a gettare ombre e discredito sul testimone chiave del processo Trattativa Stato-mafia.
False notizie, se non proprio menzogne, quelle apparse su alcune testate siciliane e nazionali contro Massimo Ciancimino, aventi oggetto l’apertura di locali ed esercizi commerciali riconducibili, stando a quanto si legge, al figlio di don Vito.
Nessuna pizzeria, invece,  con l’insegna ‘pizze e pizzini’, nessuna offesa alle vittime di mafia.
“Notizie prive di fondamento” le definisce elegantemente Massimo Ciancimino. Ordinaria amministrazione di ogni vigilia di udienza del processo Trattativa.
In aula lo stesso procuratore aggiunto Teresi mostrava sconcerto sull’infondatezza del nuovo scoop apparso sui quotidiani: le giacenza di denaro all’estero che Ciancimino, nel corso di spontanee dichiarazioni, ha messo a disposizione della magistratura, 12 milioni di euro.

Secondo alcuni giornali questa provvista non esisterebbe, o quantomeno non sarebbe reperibile e rintracciabile.
L’equivoco, peraltro chiarito, sorto a causa di un’errata trascrizione del numero di conto, uno zero dimenticato, una sequenza di undici numeri in luogo di dodici, il tutto rimediato da un’ulteriore deposizione rilasciata dal teste alla Guardia di Finanza.
Nessun mistero se non una precisa volontà di delegittimare con ogni mezzo Massimo Ciancimino, nessun accertamento sulle fonti, nessun contatto con l’interessato per eventuali chiarimenti, come vorrebbero le regole fondamentali di buon giornalismo.
Lascia basiti che vicende legate in qualche modo alla persona di Massimo Ciancimino, vengano trattate con tanto zelo e fervore, mentre tematiche come la condanna e la latitanza di Marcello Dell’Utri, o l’arresto di Francantonio Genovese, non trovino spazi adeguati.
Tornando ai misteriosi conti esteri, pur non rivelando nulla di quanto coperto da segreto investigativo, Massimo Ciancimino è categorico “Quanto riportato dagli articoli è falso”. Il teste ha messo a disposizione della Procura e della Guardia di Finanza i riferimenti esatti del conto in Malesia, aperto dal padre Vito e non intestato a lui.
La Malesia è un paradiso fiscale, cosa che rende più difficili determinate verifiche, ma la collaborazione con la magistratura è totale.
Ciancimino, del resto, non era tenuto a rivelare l’esistenza di quei soldi, il farlo è stata un’iniziativa del tutto autonoma, quindi il comportamento paventato dalla stampa,il fornire apposta riferimenti inesatti sarebbe semplicemente folle.
Nessun mistero quindi, un semplice errore di trascrizione, sufficiente però per sbattere il mostro in prima pagina.
Un ‘mostro’ che, nonostante qualche leggerezza, continua a tenere un comportamento lineare, e soprattutto, ahi loro, non si dimostra ricattabile.

Tratto da: articolotre.com