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vauro-farnese-c-gianninidi Vauro Senesi - 24 dicembre 2012 - VIDEO
Saranno poche parole, però le parole sono importanti. Qualcuno, riguardo alla stagione, cosiddetta stagione della trattativa e tutto quello che è accaduto in questo paese, ha detto che non sono i magistrati che devono trovare la verità, che ormai sono gli storici, perché questo ormai è il passato, è trascorso, e va delegato alla storia.

Eh no, perché la storia, per essere storia, ha bisogno di parole ed ha bisogno di parole di verità. La storia è tempo, ma senza la verità il tempo si ferma... il tempo è fermo, il nostro tempo è fermo a quel giorno in via d'amelio. E quel tempo non si sposterà per le lancette degli orologi che vanno avanti, non si sposterà per i fogli di calendario che sfogliamo ogni giorno, perché finché quella cosa che è la verità e che è il motore della storia, non tracimerà, non ci farà conoscere non solo dove siamo ma chi siamo... io voglio sapere chi sono, lo voglio sapere come italiano, lo voglio sapere come cittadino, lo voglio sapere come essere umano. Io voglio sapere se sono complice o non sono complice. E soltanto la ricerca della verità accanita, quella dei magistrati ma anche quella di tutti noi che siamo qui oggi, quella di Salvatore, quella di tutte le persone che sono state colpite nel vivo dalla violenza mafiosa ma anche di tutti noi, perché anche noi siamo colpiti nel vivo, non possiamo non essere colpiti nel vivo, non possiamo guardarci allo specchio e non chiederci "in quale paese sto vivendo? Sto vivendo in un paese la cui storia si muove, la cui storia cresce?" Perché il tempo è crescita e quindi è crescita di coscienza civile, è crescita di passione, è crescita di volontà, i nostri figli crescono e quindi i nostri figli hanno diritto ad avere il loro tempo e la radice del loro tempo sta nella nostra verità, nella verità che dobbiamo dargli perché altrimenti questa radice si secca, si asciuga. E allora, andando molto rapidamente alla questione delle intercettazioni... non lo sappiamo che parole c'erano in queste intercettazioni... probabilmente verranno distrutte. Però quello che sappiamo è che delle parole c'erano. E quello che sappiamo, e lo sappiamo con certezza, è che quando si distruggono le parole, si crea il silenzio. Ecco, c'è una definizione molto precisa di silenzio... omertà. Il silenzio è omertà. Quando la mafia ancora determina l'economia, la politica, la convivenza incivile, direi, in questo paese, come è incivile anche solo l'ipotesi di trattare con la mafia, eh beh, può determinare e continuare a determinare questo, ed è per quello che la storia è ferma, proprio perché la mafia si alimenta del silenzio.
Beh, adesso abbiamo un silenzio pesantissimo, perché c'è il silenzio di chi ha paura, c'è il silenzio terribile di chi non parla perché non sa, il silenzio di tanti ragazzi che non sanno e che qualcuno vuole condannare al silenzio, togliendogli la possibilità di sapere. Ed adesso abbiamo, e non è una novità purtroppo, anche il silenzio di Stato, il silenzio istituzionale, che si ammanta di motivi giuridici, di diritto... mamma mia, che bestemmia parlare di diritto... parlare di diritto... ma quale diritto? C'è un diritto fondamentale che è il diritto di tutti noi, il diritto di sapere... il diritto di sapere e questo diritto non lo può negare nessuno, neanche la più alta carica dello Stato lo può negare.
E allora, per salutarvi, mi veniva in mente ascoltando gli altri interventi... stavo pensando al presidente... e mi veniva in mente una canzone, anzi una poesia di Boris Vian. Se non sbaglio si intitola "Il Disertore". Il protagonista di questa poesia, in Francia, si trova un presidente che lo vuole mandare a fare la guerra, e allora lui scrive una lettera al presidente e gli dice "monsieur le president", "signor presidente, io diserto, io chiudo la porta, io me ne vado". Ecco, a differenza del protagonista di questa poesia, per quello che conta, io vorrei dire al presidente: "non diserto, non chiudo la porta, non ci sarà diserzione di parole, non ci sarà diserzione neanche di quei giovani che non sanno e non ci saranno piazze deserte fino a quando non ci sarà la verità!"

Foto
© Castolo Giannini


Tratto da: 19luglio1992.com

NOI SAPPIAMO - Intervento di Vauro Senesi from Guido & Patricia di Gennaro on Vimeo.

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