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bongiovanni-farnese-acfb2di Giorgio Bongiovanni - 21 dicembre 2012
Buonasera, grazie Salvatore.
Allora, sarò brevissimo, quindi vado al succo.
Le telefonate….noi veniamo da Palermo, viviamo a Palermo, e in questo momento lavoriamo a Palermo e c’è un’aria molto tesa…molto!

Quelle telefonate tra il Presidente della Repubblica e il Senatore Mancino, non sono solo delle telefonate dove il Presidente nasconde e ha chiesto addirittura aiuto alla Corte Costituzionale delle “cose”. Non nasconde certamente, o non penso affatto che il Presidente Napolitano sia colluso con la mafia, non lo penso, assolutamente. Però non sappiamo che cosa si sono detti, però possiamo fare delle supposizioni, per esclusione. Il presidente Napolitano ha costretto, tra virgolette, la Consulta a dare quella sentenza, perché il Presidente Napolitano, forse parla di persone, di magistrati scomodi o di vittime della mafia, come lo stesso Salvatore, può essere…può essere che parla di persone. Con un indagato/imputato…quasi imputato nella famosa trattativa stato/mafia.
Quindi, che cosa lo Stato vuole nascondere? Quale segreto di Stato c’è dietro a questa trattativa? Che significa quando il Procuratore Ingroia, adesso non procuratore, ma capo investigatore di una squadra dell’Onu anti narcotrafficanti in Guatemala, quando dice, Antonio Ingroia “E’ una sentenza politica”, perché dice questo il titolare delle indagini della trattativa? Perché dice che è una sentenza politica? Che cosa lo Stato on sostanza pensa vuole nascondere di sé stesso?
Il procuratore Teresi, adesso l’attuale titolare delle indagini, della trattativa ha detto che ci sono due Stati: lo Stato-Stato, rappresentato da Falcone e Borsellino e gli altri martiri della nostra Repubblica; lo Stato-Stato, rappresentato da magistrati che sono degni di rappresentarlo, o anche da alcuni politici…pochi….e lo stato-mafia, quello che ha intrecciato 150 di storia con, appunto cosa nostra.
bongiovanni-farnese-acfbOra, che cosa nasconde? Nasconde semplicemente il fatto che, è questo che vi voglio dire, cari cittadini, che la Sicilia, Palermo, cosa nostra, l’organizzazione criminale la più famosa tristemente, la più potente insieme all’n’drangheta oggi nel mondo, è un braccio dello Stato. E’stata spesso un braccio dello Stato. Per fare delle esecuzioni di Stato e la strage di Via D’Amelio è un’esecuzione di Stato.
Ma quale Stato, vergognosamente e senza dignità, costringe Salvatore a fare quello che fa con grande onore. Costringe una vedova, la signora Agnese, con le lacrime agli occhi, a dire a tutta l’Italia a dirci..io ho avuto questo onere, di vederla in questi giorni,”Io l’ho fatto per l’italia”. Che cosa costringe lo Stato indegno a dire alla famiglia Borsellino, in questo caso rappresentata dalla signora Agnese “Mio marito è tornato dallo Stato, dal Viminale, e mi ha detto – Sento odore di morte” .
Quindi è un’esecuzione di Stato, la trattativa è un’esecuzione di Stato, per chi si era messo di ostacolo
Allora cari cittadini, oggi ci sono altri magistrati, ne hanno nominati già i miei colleghi che hanno parlato prima: Ingroia, Di Matteo, Scarpinato, Del Bene, un giovane magistrato, Roberto Tartaglia, che fa parte del pool, e tanti altri, Gozzo a Caltanissetta…ci sono magistrati che oggi sono di ostacolo allo Stato-Stato.
bongiovanni-farnese-acfb1Allora vi faccio questo appello, a tutti, Salvatore, posso fare un appello?
Ci saranno le prossime elezioni, voi volete sapere chi sta ancora trattando…lo potete sapere dalle prossime elezioni.
Da Grillo a Berlusconi: chi non mette nel programma politico, al primo o al secondo punto o al terzo, la lotta contro la mafia: quelli stanno trattando…quelli sono i nuovi trattativisti.
Chi metterà al primo punto, al primo punto, perché questa Repubblica, la seconda, è nata con il sangue di Paolo Borsellino, di Giovanni Falcone. La terza potrebbe nascere con un nuovo sangue, se insistiamo. E allora noi dobbiamo proteggere i magistrati, facciamo noi da ostacolo ad un’eventuale strage.
Palermo, le famiglie si stanno ricostruendo, voi lo dovete sapere. Noi viviamo a Palermo, viviamo queste notizie. Stanno uscendo fuori dalla galera, gente che non ha l’ergastolo come Riina, ma che sono vecchi capi. Vogliono ricostituire la cupola. C’è un latitante, Matteo Messina Denaro, da 23 anni e non lo trovano: vive a casa sua! A Castelvetrano! E’ il custode della cassaforte di Toto Riina, quello che ha in tasca i documenti che Riina aveva e che il Ros non ha voluto prendere! Ed è libero!
Io ho paura che cosa nostra possa ritornare ad essere il baccio dello Stato.
E allora, quando andate in quella disgraziata o benedetta cabina elettorale…prima di andarci, leggete chi ha messo ai primi punti del programma la lotta contro la mafia. Chi non lo ha messo: non votatelo!

Grazie Salvatore, grazie a tutti.

Trascrizione a cura di Ludovica Pizzetti
networkedblogs.com

Foto © ACFB

Tratto da: 19luglio1992.com

NOI SAPPIAMO - Intervento di Giorgio Bongiovanni - Antimafia Duemilia from Guido & Patricia di Gennaro on Vimeo.

 

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