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tranfaglia-nicola-web5di Nicola Tranfaglia - 26 agosto 2012
E’ difficile non essere d’accordo con chi chiede al presidente del Consiglio Mario Monti (che pure ha svolto, con i suoi ministri, un compito importante, al culmine di una grave crisi della repubblica) di imprimere un passo più spedito al suo governo e, nello stesso tempo, auspica che gli italiani siano chiamati a votare per preparare, dopo le prossime elezioni generali, per  un governo degno di questo nome in grado di affrontare i problemi urgenti e strutturali del nostro paese.

Già perché la caratteristica peculiare dell’Italia nel ventunesimo secolo è quello di dover affrontare subito problemi urgenti legati alla grave crisi economica, sociale e culturale che affligge Stato e nazione insieme ma anche di dover indicare presto quali indirizzi seguire per porre fine a contraddizioni gravi che continuano a bloccare il progresso insieme economico e civile del paese,tra i quali è di grande importanza non da oggi è il divario tra il Nord e il Sud e l’assenza di effettiva democrazia all’interno della maggior parte delle forze politiche come degli enti pubblici a livello locale come a livello nazionale.
Dopo l’ultimo  discorso del segretario del Partito Democratico, on.Bersani, è apparso chiaro che la legislatura si concluderà, con ogni probabilità, alla fine del 2012, e che andremo a votare nei primi mesi del 2013. Senza avere ancora le idee chiare sulla composizione dei due schieramenti in gara per la vittoria.
Ma i maggiori partiti non hanno fatto ancora sapere con chiarezza se su un problema che è diventato centrale e sul quale la maggior parte degli italiani attende ancora di conoscere  la verità come la trattativa del 92-93 tra Stato e Mafia non sappiamo ancora se il governo Monti si costituirà parte civile nei procedimenti aperti a Palermo e a  Caltanissetta oppure no.
Oggi un giornale di opposizione come Il Fatto quotidiano ha dato notizia che due parlamentari come Walter Veltroni del Partito Democratico e Antonio di Pietro, presidente dell’Italia dei Valori, hanno chiesto che il governo Monti assuma questa posizione ma sembra probabile che alla fine  questo non avvenga.
Il partito che in questo momento ha la maggioranza relativa in Parlamento è il PDL, di cui l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è ritornato alla posizione di chi prende le decisioni e quanto a Di Pietro, ormai staccato dal centro-sinistra e vicino all’altra opposizione, cioè la Lega di Maroni, conta ancora meno rispetto al governo in carica.  
Ora il PDL non ha nessuna intenzione di sostenere una simile battaglia in un momento in cui si sta svolgendo il processo contro il senatore Marcello Dell’Utri, accusato di aver ottenuto dallo stesso Berlusconi oltre quaranta milioni di euro attraverso una vera e propria  estorsione, e assumere una posizione di sostegno all’iniziativa susciterebbe senza dubbio molti contrasti all’interno di un partito già devastato da dissidi e posizioni molto diverse.
In questa situazione è molto difficile che la maggioranza attuale, che mette insieme in pratica tutte le forze politiche presenti in parlamento,giunga a una simile scelta.
Ma l’assenza del governo da un processo che già per i documenti acquisiti dai pubblici ministeri mostra che la classe politica di questo paese ancora una volta non intende assumersi in nessun modo responsabilità in una vicenda che resta tra le più oscure e vergognose della nostra repubblica.Assumere una posizione di lontananza dal processo o peggio di neutralità significa infatti ritenere che quella trattativa sia stata effetto di un errore di singoli uomini politici come l’on.Mancino o pochi altri e non sia stato invece la prosecuzione di una scelta di coabitazione con Cosa Nostra che ha percorso tutta la nostra storia,pur con decine di governi differenti,e che da una parte conferma il peso che le associazioni mafiose hanno avuto e tuttora hanno nella nostra politica come nella nostra società e, dall’altra, la tendenza delle classi dirigenti repubblicane, come delle precedenti, a trovare con quelle associazioni accordi e a stringere patti per evitare uno scontro giudicato con tutta evidenza insostenibile.
Che questo avvenga ancora nel 2012 in un parlamento che sta per finire il suo compito e prepara nuove elezioni è,a mio avviso,molto grave e gli italiani dovrebbero far sentire la propria voce perché il governo Monti superi le sue esitazioni e si schieri con l’opinione democratica al fianco dei giudici che hanno indagato.