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orioles-riccardo-webdi Riccardo Orioles - 10 maggio 2012
Quest’anno, per l’anniversario di Peppino Impastato, celebriamo il suo ricordo – tutti insieme, chi lo fa e chi non se ne accorge – chiudendo d’autorità la sua radio, Radio Aut. Radio Aut oggi si chiama Telejato, e sta a pochi chilometri da dov’era prima.

Lotta contro la mafia, non contro la mafia generica ma proprio contro i boss del paese. C’è sembre un pazzo a dirigerla, che allora si chiamava Giuseppe e adesso pure. Allora Peppino Impastato, il pazzo di Lotta Continua, nemico delle istituzioni e della gente perbene. Adesso Pino Maniàci, che le istituzioni – nella persona del governo Berlusconi prima e del governo Monti – non vedono l’ora di togliere di mezzo, con un’apposita legge che scatterà fra esattamente un mese. Le belle parole non costano. Ma la realtà è un’altra.

Fra i complici della chiusura della radio di allora ci furono i grandi giornali democratici (“E’ morto un terrorista sulla sua bomba”, la Dc di Palermo (con Lima e Ciancimino), i massimi giornalisti e intellettuali (Impastato chi?) e anche, onesti lettori, voi che eravate allora giovani ma quanto a distrazione non scherzavate.

A Scalfari non venne mai in mente di chiamare Peppino a scrivere su Repubblica. Manco sapeva chi era. Tu pensa se oggigiorno – ad esempio – a un grande democratico come Santoro può mai venire in testa di prendere il telefono e dire: “Maniàci, da oggi mi fai cinque minuti a settimana su Servizio pubblico”. Maniàci chi?

Va bene. E’ bello che, tanti anni dopo, a ricordare Peppino siano tutti d’accordo. Non ho mai sentito tante belle parole, sull’antimafia di allora, come in questi giorni. Ma io sono diffidente. D’accordo sugli eroi morti: ma sui vivi?

Io odio le polemiche fra compagni. Ma Peppino, allora, ha avuto accanto solo Umberto Santino, Salvo Vitale, Peppino Di Lello, il giudice Chinnici e pochissimi altri. Di cui – tanto per dire – Umberto è stato messo sotto querela, per conto dell’editore Einaudi (Berlusconi) da Roberto Saviano. Non è vero che Peppino è di tutti. A meno che non diventi di tutti anche Pino Maniàci.

www.isiciliani.it

Tratto da: ilfattoquotidiano.it

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