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forconi-movimento-megadi Giuseppe Lo Bianco - 18 gennaio 2012
Palermo. Le avevano annunciate come le “cinque giornate” di Sicilia: alle porte di Palermo hanno bloccato i binari rischiando di finire sotto le ruote di un treno, a Catania hanno paralizzato la tangenziale, a Gela in migliaia hanno chiuso le strade di accesso attorno al petrolchimico e a Lentini un venditore ambulante esasperato ha accoltellato uno dei manifestanti.

I “Vespri formato 2000”, come si sono auto-definiti, bloccano la Sicilia e al secondo giorno di protesta costringono il governo Monti a fare i conti con i problemi di ordine pubblico nell’isola. Il leader è un ex Mpa deluso da Lombardo, “Forza d’urto” piace molto a Grande Sud di Gianfranco Micciché e a Marcello Dell’Utri, ma sui Forconi siciliani ha messo il cappello anche Roberto Fiore, il capo di Forza Nuova, che su Internet ha espresso “pieno sostegno” al maxi-sciopero.

A protestare sono in prevalenza autotrasportatori e agricoltori, furibondi contro l’aumento del costo dei carburanti, gli incassi esigui a valle delle filiere ortofrutticole, i prezzi proibitivi delle compagnie assicurative, l’assenza di una rete infrastrutturale per la distribuzione. E se l’isola si è svegliata ieri tra blocchi stradali e cortei di tir, la temperatura sale di ora in ora e i presidi urlanti di gente sempre più numerosa ed esasperata minacciano entro venerdi di bloccare porti e ferrovie: a Termini Imerese, nel deserto industriale lasciato dalla Fiat, il porto è stato preso d’assalto dagli operai marittimi, da mesi senza lavoro. Sorto apparentemente in modo spontaneo, lontano ufficialmente da ogni partito o gruppo politico, il movimento che porta in piazza migliaia di persone fa gola a più d’una forza politica e sono in molti a soffiare sul fuoco dell'indignazione di piazza. Il leader dei Forconi, il cuore movimentista della protesta, che nasce nella Sicilia orientale, è Mariano Ferro, ex agricoltore con un passato nell’Mpa di Raffaele Lombardo, ma proprio del governatore ieri i manifestanti hanno chiesto le dimissioni: “Lombardo ha tradito i siciliani, li ha imbrogliati promettendo loro la defiscalizzazione della benzina”. Slogan che non ha impedito al deputato regionale Pippo Gennuso (Mpa), di girare tra i negozi di Rosolini (Siracusa) chiedendo, come scrive il giornale web Il Clandestino “in maniera più o meno gentile, di chiudere le saracinesche per   aderire alla protesta”, assumendo le vesti di “capopopolo” e improvvisando un comizio”. Comizi tenuti nella zona anche dagli uomini di Grande Sud di Micciché, che ieri pomeriggio hanno espresso il sostegno aperto ai manifestanti: “Non possiamo non condividere le motivazioni che hanno indotto gli autotrasportatori siciliani in sciopero da oggi perché fortemente penalizzati rispetto ai colleghi del nord che godono delle infrastrutture, quali porti e autostrade, inesistenti o quanto meno carenti al Sud”, ha detto Titti Bufardeci, presidente del gruppo Grande Sud all’Assemblea regionale siciliana.

Gridando “a morte questa classe politica, come si è fatto con i francesi, con il Vespro”, e chiamando “a raccolta tutti i siciliani per liberare la regione dalla schiavitù di questa classe politica”, come gridano in coro i manifestanti di “Forza d’urto”, la protesta oggi è attesa a Palermo, dove già da ieri quaranta mezzi pesanti hanno bloccato l’accesso alla statale per Sciacca. “È partita la carovana dei forconi – ha commentato lo storico della Sicilia Giuseppe Casarrubea – sappiamo dove vanno, ma non conosciamo chi li spinge’’.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

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