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severino-paola-webdi Gian Carlo Caselli - 18 novembre 2011
La giustizia italiana è un malato grave, e al suo capezzale si affollano da tempo medici prodighi di ricette. Certamente il neo Guardasigilli Paola Severino ne conosce di ottime.


E la pretesa di indirizzarle qualche suggerimento può assomigliare (secondo un noto proverbio piemontese) a quella di insegnare ai gatti ad arrampicarsi. Ma non resistendo alla tentazione, proverò ad esporre alcune proposte. Un primo “catalogo” potrebbe essere questo:

La prescrizione non operi più una volta esercitata l’azione penale ( o quanto meno dalla sentenza di primo grado ovvero di appello).

Si dia pieno ed incondizionato valore alle notifiche al difensore di fiducia, senza possibilità di opzioni come oggi previsto dall’art. 157 comma 8 bis cpp.

Si preveda la possibilità di archiviazione per irrilevanza del fatto, affidando al Giudice delle indagini preliminari la decisione sulla richiesta del PM, così da evitare il rischio di archiviazioni arbitrarie e incontrollate. Sulla falsariga di quanto già previsto per il giudice di pace, l’archiviazione dovrebbe riguardare i casi in cui non emerga un interesse della persona offesa alla prosecuzione del procedimento ed il fatto risulti di particolare tenuità, in considerazione dell’esiguità del danno o del pericolo che ne è derivato nonché della sua occasionalità, tenuto conto altresì del pregiudizio che l’ulteriore corso del procedimento può recare alle esigenze di lavoro, di studio, di famiglia o di salute della persona sottoposta alle indagini. In questo modo sarebbero realizzati enormi risparmi e si razionalizzerebbe la situazione attuale, che vede il PM inevitabilmente costretto ad operare alcune scelte di priorità, a meno di affidare le decisioni sulla sorte del fascicolo alla mera casualità o all’indiscriminato decorso del tempo. Sono da depenalizzare tutte le contravvenzioni ed i delitti puniti con la sola multa ovvero con pena alternativa, ovviamente riqualificando in misura sensibile talune fattispecie di reato come ad es. gli art. 290, 291 cp ed in genere i reati in materia ambientale ed edilizia.

La nostra legislazione va adeguata senza ulteriori ritardi agli strumenti normativi elaborati da tempo in sede Ue e Consiglio d’Europa (cooperazione giudiziaria, squadre investigative comuni, confisca internazionale, corruzione, auto-riciclaggio, etc.) Le Sezioni di P.G. presso le Procure siano incrementate anche solo di qualche unità. Si intervenga sulla legge (quanto meno sui suoi tempi di applicazione) che impone entro la fine dell’anno – per tutti e di colpo – la   rotazione nei gruppi di lavoro delle Procure dopo 10 anni di permanenza in uno di essi. La riforma determinerà una perdita secca di professionalità e di memoria storica di certi fenomeni criminali. Basti pensare che il gruppo di Torino facente capo a Raffaele Guariniello (noto su scala nazionale per gli eccellenti interventi a tutela della salute e della sicurezza sul lavoro) subirà conseguenze nefaste per il trasferimento di ben 6 Pm su 9.

Per il personale amministrativo, è assolutamente indispensabile riaprire i concorsi fermi da anni (per la sola Procura di Torino la scopertura del personale di fatto supera il 13%); – in ogni caso occorre estendere e semplificare la possibilità della mobilità con altre amministrazioni dello Stato –: in via temporanea va allargata la possibilità di utilizzare , con modesta integrazione salariale, il personale in cassa integrazione.

Indifferibile, se si vogliono recuperare risorse, è la revisione delle Circoscrizioni giudiziarie, sopprimendo o accorpando i tribunali e le procure “inutili”.

La realizzazione di una “procura nazionale   esperta dedicata per la salute e sicurezza” sarebbe assai utile per diffondere buone pratiche per far convergere in un punto dello stesso sistema giudiziario tutte le conoscenze utili a giudicare i comportamenti   patologici.

Quanto ai Magistrati onorari, vanno ampliate con legge (codificando una circolare del CSM) le possibilità di impiego dei GOT nel processo penale, attualmente consentito nei soli casi di impedimento o di mancanza di giudici ordinari; – per i Vice procuratori onorari va prevista una riforma organica che consenta una stabilizzazione maggiore di quella attuale e la possibilità di recupero attraverso concorsi riservati di almeno una parte dei VPO già in servizio, per non disperdere un patrimonio di conoscenza e di esperienza che oggi consente alle Procure (e di conseguenza ai Tribunali) di svolgere le quotidiane udienze.

Come si vede, non si tratta di un libro dei sogni né di proposte demagogiche, ma semplicemente di riforme che potrebbero realizzarsi subito e quasi sempre a costo zero. Con notevoli benefici sulla funzionalità e l’efficienza del servizio giustizia e mettendo da parte – finalmente – la mortificazione della magistratura travestita da pseudo riforma della giustizia. 

Tratto da:
Il Fatto Quotidiano