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Intervista
di Marzia Borghesi

La biografa: «Salviamo la partigiana Tina»

Esattamente 44 anni fa Tina Anselmi, il 29 luglio del 1976, allora deputata della Democrazia Cristiana, veniva nominata ministro del Lavoro. La prima donna ministro nella storia della Repubblica Italiana. La Anselmi, la partigiana Gabriella, nata a Castelfranco, morta il 1° novembre del 2016 a 89 anni, ha attraversato e influenzato la storia d’Italia dal secondo dopoguerra del Novecento come nessun’altra politica. La sua biografa, Anna Vinci, e le sue eredi le sorelle Maria Teresa e Gianna Anselmi, hanno coronato il loro sogno: fare della storia di Tina un film per la televisione. Questo grazie all’approvazione da parte di Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction, del soggetto per un film Tv di Anna Vinci tratto dai due libri: “Storia di una Passione politica” (edito da Sperling & Kupfer, di Tina Anselmi e Anna Vinci) e “La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi” (a cura di Anna Vinci). Sono passati ormai tre anni e il film, nonostante una recente petizione promossa da “ANTIMAFIADuemila” con oltre 1.500 firme raccolte, sembrerebbe essersi fermato.

Come mai il film è arrivato a un binario morto? E come mai solo adesso lei è disposta a parlarne?
"Intanto non è arrivato a un binario morto perché Tina Anselmi fa parte della Storia e, quindi, siamo in tanti a pensare che la Tv di Stato voglia dedicargli uno spazio autorevole. Ne parlo solo adesso perché Eleonora Andreatta da alcune settimane ha lasciato la direzione di Rai Fiction. Era lei che, nonostante alcune difficoltà emerse nel corso della lavorazione, garantiva infine la qualità del prodotto. Visto che la prima stesura della sceneggiatura era stata bocciata da Rai Cinema e il produttore, nel dicembre del 2019, mi aveva informalmente comunicato di volersi tirare fuori dal progetto".

Era d’accordo sulla bocciatura?
«Ero d’accordo con la bocciatura di quella prima stesura, perché in particolare sulla commissione P2 la sceneggiatura era carente. Nell’aprile del 2021 ci sarà la quarta ristampa de “La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi” per Chiarelettere, con un inedito. Questo è un capitolo importantissimo della sua biografia politica, anche dal punto di vista umano. Ricordo che mi diceva: '...non mi hanno ammazzata solo perché sono una donna'".

E adesso che farete?
"A maggio del 2020 è arrivata una e-mail del produttore che, su sollecitazione di Eleonora Andreatta, proponeva di riprendere il lavoro da dove si era interrotto. La sua proposta è che noi, io e le sue eredi le sorelle Maria Teresa e Gianna Anselmi, potremo dire cosa pensiamo della sceneggiatura solo alla fine. Visto che la prima stesura della sceneggiatura è stata bocciata e che le nostre note, a suo tempo presentate, non sono state minimamente prese in considerazione, è impensabile da parte nostra accettare una simile proposta, tenuto conto che non c’è più Eleonora Andreatta che era nostro punto di riferimento. Nulla togliendo alle qualità notevoli dei creativi di Rai Fiction, con i quali ci siamo sempre trovati d’accordo".

Qual è il rammarico più grande?
«Il mio personale rammarico, come dice la mia agente Luciana Soli, è la mia buona fede: aver accettato solo con una stretta di mano la parola datami dal produttore che sarei stata il tutor di tutta l’operazione. Vorrei, per concludere, fare un omaggio alla signorilità e alla discrezione di Maria Teresa e Gianna Anselmi con le quali mi sono sempre trovata in sintonia, anche in questa vicenda, e si è consolidato un legame di amicizia. Non voglio concludere tuttavia con un rammarico, ma con una certezza che ci conforta: Tina Anselmi è rimasta nell’immaginario collettivo degli italiani con una trasversalità che altri politici non conoscono. Il Veneto e tanti democratici in tutt’Italia la portano nel cuore. Aspettiamo ancora, con la pazienza che Tina merita, che la nuova direzione di Rai Fiction chiami per iniziare un nuovo capitolo di questa “storia” che nei libri dai quali è tratta e nel soggetto già approvato ha il seme da coltivare. Nella Marca trevigiana, nel mondo contadino, un seme ha un grande valore e va accudito. Cosa vogliamo? Salviamo la partigiana Tina".

Tratto da: La tribuna di Treviso del 29 luglio

In foto: Tina Anselmi insieme ad Anna Vinci

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