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di AMDuemila
"Dobbiamo vigilare affinché il doveroso impegno per debellare il Covid 19 non oscuri quello contro il virus della mafia, della corruzione, dell'ingiustizia". A dirlo, a nome dell'associazione Libera, è il suo fondatore don Luigi Ciotti. In una nota don Ciotti ha parlato di "mali che - complici l'indifferenza e l'egoismo diffusi - hanno indebolito la democrazia, avvelenato e distrutto l'ambiente, rubato risorse. Se oggi il sistema sanitario arranca - nonostante lo sforzo ammirevole di tanti medici, infermieri, operatori - e se rischiamo di trovarci a decidere tra salute delle persone e tracollo dell'economia, è perché anche questo sistema si è lasciato infettare da quei virus o ha deciso di conviverci". Don Ciotti ha quindi pregato che questa Pasqua sia "di Resurrezione e di cambiamento vero, sostanziale, non dettato dall'emergenza e dalla paura; rinnoviamoci interiormente con decisioni radicali, profonde, che diano cadenze nuove alla nostra vita e non solo emozioni passeggere. E anche nuove rotte al nostro costruire insieme". "Insomma - ha aggiunto - sia cambiamento e non adattamento momentaneo a circostanze avverse. Cambiamento verso un umanesimo della giustizia e della fratellanza", ha osservato il fondatore di Libera. "E' un momento estremamente difficile, questo, che chiede certo una forte speranza ma anche un maggiore impegno - ha continuato -. Innanzitutto quello d'immaginare e delineare un futuro diverso, dove tutti siano garantiti e un male come questo, terribile, che sta uccidendo migliaia di persone, non acuisca distanze e disuguaglianze pregresse". "Lo vediamo e viviamo ogni giorno nelle accoglienze e servizi tenuti aperti, sia pure con le dovute precauzioni - ha spiegato don Ciotti - tante persone non possono stare a casa per il semplice motivo che una casa non ce l'hanno, sfrattate o impoverite". Secondo il fondatore del Gruppo Abele "è necessario mettersi in ascolto del futuro, leggere le linee di tendenza per intuire quale tipo di servizio siamo chiamati a svolgere, quali politiche sociali ed economiche richiedere, quale avvenire esigere per i giovani, le famiglie, i lavoratori, i migranti, le persone detenute, il popolo della strada. Quali iniziative culturali realizzare e come stimolare una nuova coscienza ecologica affinché - ha concluso - la 'conversione' a cui esorta la Laudato sì non si riduca a una generica 'transizione', ma sia mutazione di cuori, coscienze, condotte".

Foto © Imagoeconomica

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