di Nicola Tranfaglia
Tra qualche giorno - per l'esattezza tra dodici giorni - in Italia è il giorno della memoria che ricorda agli italiani una pagina oscura e terribile della sua storia. In quella pagina, che le nuovecome le antiche generazioni farebbero bene a non dimenticare, ci sono i circa 900mila italiani deportati nei lager costruiti e messi in funzione dalla Germania nazionalsocialista e dall'Italia di Mussolini unite nel patto d'acciaio. Dei 900mila deportati nei lager c'erano 650 mila militari, 220 mila civili rastrellati e 23 deportati politici.
Tra quei 900 mila italiani i morti furono almeno 60 mila anche se non è stato mai possibile stabilire il numero preciso. La popolazione italiana di religione ebraica alla fine degli anni Trenta è stimata in circa 33mila persone: 6800 videro i cancelli di un lager e di essi soltanto 800 sono i sopravvisuti. Il numero stupisce e viene spesso confuso con quello vero e terribile dei sei milioni di ebrei soppressi nei territori del Terzo Reich uccisi dalla Shoa. In Italia parliamo il 27 gennaio soprattutto dei grandi lager più noti come Auschwitz senza considerare che i lager nell'impero nazista erano centinaia. Ma i dati dimostrano che l'Italia anche quella di religione non ebraica ha pagato un conto molto salato. E questo va ricordato senza esitazioni.
Verso il giorno della memoria
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