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bertolaso guido ppdi Lucia Vastano
Non entro nel merito della questione, se il giudice, come dicono gli avvocati di parte civile, "non ha avuto coraggio". Un processo ha un percorso suo, fatti di tante cose, comprese errori e compresa una bilancia che a volte pende troppo da una parte. Le sentenze si rispettano, anche se si possono criticare, come tutto in una democrazia.

Quello che a me interessa è l'aspetto politico ed etico della questione. Le intercettazioni (31 marzo 2009, sei giorni prima del terremoto), aldilà di ogni ragionevole dubbio, hanno dimostrato la volontà da parte di Bertolaso and company di "forzare" la realtà dei fatti per "tranquillizare la popolazione".

I motivi di quelle dichiarazioni meriterebbero di essere spiegati e anche indagati, non a livello di tribunali e avvocati, ma per sapere come noi tutti, come cittadini, dobbiamo comportarci quando qualcuno pensa bene di rassicurarci in caso di emergenza. Prima di un terremoto, di un'alluvione, prima della costruzione di una qualche diga o ponte.

All'Aquila successe come sulla Concordia quando il comando si preoccupò di assicurare, dopo che la nave aveva colpito la roccia e stava per affondare che non c'era pericolo e che non era successo niente.  

La questione: quando c'è di mezzo la nostra vita, quella di figli e genitori, bambini e anziani, qualcuno ha diritto di nascondere la verità elevandosi a Dio, decidendo per noi che non dobbiamo mettere in atto azioni di prevenzione che potrebbero salvarci? Quando una catastrofe si sta per compiere per non scatenare panico è lecito che qualcuno ci dica di non preoccuparci?

Lo fecero anche tanti anni fa i poteri che costruirono la diga del Vajont, e anche lo Stato italiano che si inchinò al loro volere: "Dormite tranquilli". E il monte franò e 1910 persone furono spazzate via dall'onda.

A Bertolaso evidentemente non pesano sulla coscienza quei morti del terremoto dell'Aquila, quei ragazzi della Casa dello studente che prudentemente andava evacuata.

Lui, per motivi suoi, dal suo punto di vista e da quello del tribunale giusti, non volle mettere in guardia, ma solo rassicurare che "un terremoto non ci sarebbe stato". Se il tribunale non può (o non vuole) accertare la sua responsabilità non si può che accettare la sentenza. Bertolaso assolto.

Potrebbe essere che dal punto di vista penale sia così, ma io non lo assolvo. Anzi, la sua figura mi sembra uscirne ulteriormente negativa: chiede le scuse a chi lo ha portato in tribunale innocente, immacolato,  e chiede scuse anche per la sua protezione civile che fu addirittura eroica e esemplare. Si dispiace per le vittime, ma intanto punta il dito contro i loro familiari e dice: "Ora vi dovete scusare per avermi portato in tribunale". E per quello che gli hanno fatto passare in questi anni. Ma quello che lui ha fatto passare a loro? Peggio di un'indagine durata 7 anni. Lui ora è assolto, ma loro rimangono condannati a vita per la sua decisione, legalmente forse giusta, ma umanamente colpevole. Sollevandolo da altre più gravi responsabilità (che è lecito però pensare vi siano state) rimane l'errore gravissimo costato troppe vite umane. Errore per la quale la decenza vorrebbe che almeno avesse lui il coraggio (se non lo ha avuto il giudice) di chiedere scusa e poi tacere per sempre.

Avere una carica così importante comporta responsabilità e non solo onori.

Tratto da: Facebook

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