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tranfaglia nicola web10di Nicola Tranfaglia
La nostra vita, in questi anni, è caratterizzata da moderate speranze e non poteva che essere così alla fine di un anno difficile che ha visto l'Italia incominciare ad uscire dal culmine della crisi economico-sociale ma - se permettete - anche morale che l'ha investita negli ultimi cinque, sei anni ed ora si avvia a una timida ripresa che riguarda soltanto alcuni settori e alcune classi di età (non i giovani tanto per intenderci né le donne né altre fasce di cittadini "deboli" rispetto alle istituzioni) e spera nei prossimi anni di incominciare a lasciarsi alle spalle una condizione che, come dicono i rapporti istituzionali di fine anno, è di grande cautela e di moderato ottimismo sul futuro che ci attende.

Se prendiamo in esame il rapporto 2015 della società Demos per la Repubblica e il gruppo editoriale dell'Espresso e scorriamo le rubriche in cui è diviso possiamo farci un'idea più precisa. Per quanto riguarda il primo punto che riguarda la fiducia nelle istituzioni, scopriamo che l'unico personaggio che nel 2015 gode della medesima fiducia è il papa Jorge Mario Bergoglio. Certo gli intervistati rispondono sulla base di idee molto generali e dell'influenza inevitabile che i media hanno su di loro ma si può dire certo, come osserva il sociologo Diamanti, che c'è un certo aumento moderato aumento di fiducia nelle istituzioni che non riguarda la magistratura (l'indice qui è meno 2) e riguarda soprattutto gli uomini nuovi del potere. Oltre al Papa c’è il presidente della Repubblica e istituzioni come le associazioni imprenditoriali, lo Stato, l'Unione europea, il parlamento e i partiti, figure cioè abbastanza lontane dal singolo individuo e guardate così da lontano in una situazione che si reputa di vedere migliore che nel recente passato. Si può constatare una maggior, anche se moderata, propensione alla presenza del privato nella gestione della sanità e dell'istruzione. La soddisfazione verso i servizi pubblici e privati è di fatto equivalente con un indice di 42% per i servizi pubblici e di altrettanto per quelli privati con una percentuale che tocca un indice piuttosto basso nel settore dei trasporti urbani ed extraurbani (25% e 31% rispettivamente). Così diminuiscono, piuttosto che aumentare, gli indici di partecipazione alle manifestazioni politiche e di partito e cresce, sia pure di poco, la preferenza per il regime democratico rispetto a un regime autoritario e aumenta, sia pure sempre di poco, la propensione per una democrazia senza partiti. Infine nell'analisi delle cose peggiorate o migliorate nel 2015 rispetto ad anni precedenti si indica come peggiorate la pressione fiscale, la corruzione politica, la politica italiana, l'economia italiana, il proprio reddito, la credibilità internazionale dell'Italia, l'ordine pubblico, la lotta all'evasione fiscale.
Quanto ai personaggi della nostra politica è significativo che per la prima volta dopo un ventennio Silvio Berlusconi appare come un "comprimario", uno che è indicato appena dal 7% del campione preso in considerazione. Matteo Renzi è il personaggio contemporaneamente più amato e più odiato, il leader della Lega Nord Salvini è amato dai suoi ma non dagli avversari del suo movimento e l'M5S è nello stesso tempo la principale opposizione e un movimento senza leader che suscitino emozioni.
Una situazione che è di parziale, ma non ancora completa, uscita dal lungo periodo del populismo arcoriano ma, nello stesso tempo, incerta sul futuro e su quello che ci attenda nell'anno ormai alle porte e soprattutto in quello successivo.

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