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riina salvatore big6di Nicola Tranfaglia
Quando mi capita di andare in giro, in Italia o altrove, a discutere il fenomeno mafioso (e mi capita spesso per i miei interessi di insegnamento e di studio) mi accorgo che non è facile comunicare-soprattutto alle nuove generazioni-le conseguenze che si hanno nel Bel Paese per la presenza e forte attività delle quattro associazioni mafiose. Associazioni nate e cresciute tra Ottocento e Novecento nelle regioni meridionali e poi destinate ad espandersi in Europa e nelle due Americhe (compresa l'Australia, come è noto) nel ventesimo e ventunesimo secolo.
Voglio dire che la notorietà, a livello delle masse popolari più ancora di quelle borghesi, dei capi mafia che hanno percorso il nostro Paese per molti anni uccidendo magistrati come Falcone e Borsellino, politici come il presidente della regione Sicilia Pier Santi Mattarella, padre dell'attuale capo dello Stato, è preoccupantemente alta. Nel mondo incantato che ci sovrasta e accompagna la nostra vita quotidiana, alcuni di quei capi sono diventati leggendari e trovano anche nei social networks più popolari come Facebook i loro tifosi ed ammiratori.
Così non ci si può stupire se, nei giorni scorsi, quasi ventimila persone (per l'esattezza diciassettemila prima che la pagina fosse chiusa) hanno fatto gli auguri il 17 novembre scorso a Salvatore Riina, più noto come Totò che ha compiuto i suoi 85 anni in carcere dopo esser stato arrestato(io me lo ricordo addirittura) nei primi mesi del 1993. I messaggi-mi viene riferito-erano colmi di stima e di affetto. Tutto è nato quando quel giorno l'amministratore della pagina ha pubblicato sulla pagina Facebook la carta di identità del boss, augurandogli buon compleanno. Nel giro di qualche ora il post ha superato il numero di mille e toccato le quattrocento condivisioni.
In pochissime ore i commenti si sono moltiplicati dal semplice "zio Totò" a un assurdo, sembrerebbe siciliano "Tanti auguri zu Totò, persone come lei ce ne vorrebbero dieci, cento, mille". Qualcuno si è augurato una immediata liberazione del capo dei capi:" Auguri, zio Totò, vogliamo la tua libertà" fino a qualcun altro che ha pensato addirittura di candidare l'ex boss di Corleone a presidente della repubblica. E ancora:" Auguri 100 anni e presto in libertà zu Totò". "Zio toto baciamo le mani." "Tanti auguri zio Totò speriamo la tua libertà" ;"E ci tengo a spiegare: meglio criminale come te che politico corrotto! Tanti auguri zio Totò quando dici tu assistemi sti cornuti di politici.." 
I commenti hanno indignato molti lettori ma sono un segno, mi pare, della forza che hanno ancora le associazioni mafiose nel nostro amato Paese.

ANTIMAFIADuemila
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