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gomorra la serie foto backstagedi Nicola Tranfaglia
Gomorra è, come molti sanno, il vocabolo spagnolo che indica in quella lingua - tra quelle europee forse la più vicina all'italiano - il fenomeno della camorra campana e più in generale delle mafie di cui siamo abbondantemente forniti come la cronaca si incarica di mostrarci.
Ed è risibile la posizione assunta dai sindaci di tre grossi borghi del Napoletano-Giugliano, Acerra e Afragola - che si rifiutano di prestare i territori dei loro comuni per le riprese della serie televisiva che non per la prima volta intende raccontare la storia di quella associazione mafiosa dopo il successo incontrato dalle serie girate e trasmesse fino ad oggi.

Il questore di Napoli interviene immediatamente e sentenzia: "Certi programmi televisivi sono offensivi e per niente rappresentativi della realtà che vogliono rappresentare". E, sul quotidiano nazionale, che a Napoli si legge di più, La Repubblica, lo scrittore Roberto Saviano, autore proprio del libro Gomorra, ha replicato: “Che la politica limiti la libertà di espressione la dice lunga sulla convinzione che sia sufficiente bloccarne il racconto perché la criminalità smetta di esistere”. Mentre uno scarso successo ha ricevuto il libro-inchiesta sulla Gomorra di Barcellona pubblicato qualche anno dopo anche in Italia, a dimostrazione del fatto che gli italiani difficilmente guardano all'Italia come a un pezzo dell'Europa e cercano di vederne i rapporti. Se lo avessero fatto, si sarebbero resi conto molto presto che la città spagnola è diventata negli ultimi anni uno dei centri dell'attività delle mafie a livello europeo e che, in questo senso, Napoli e Barcellona sono molto meno lontane di quanto possa avvenire a prima vista.
Ma ora la serie televisiva Gomorra è in difficoltà di fronte al diktat dei sindaci della periferia napoletana. Ieri la troupe è andata a Mugnano dove il sindaco ha autorizzato le lavorazioni e lavora in grande segretezza per evitare la presenza di curiosi e di attirarsi addosso nuove polemiche.
Dopo la pausa di domenica, la produzione di Gomorra si è spostata a Varcaturo e si sa che le riprese finiranno comunque nel quartiere Scampia alla periferia Nord di Napoli ed epicentro della narrazione data da un'idea dello scrittore Saviano. Il debutto televisivo della seconda stagione è previsto ad aprile quando gli abbonati di Sky potranno vedere le nuove puntate.
Tra gli intellettuali del Napoletano la polemica continua. Tra di essi il regista Antonio Capuano che ha presentato il suo nuovo film documentario Bagnoli Jungle al festival del cinema di Venezia. Anche lui ha bocciato la prima serie anche se ha avuto un grande successo di pubblico. E il sindaco di Giugliano, Antonio Poziello, terza città per abitanti della Campania, non solo non ha dato il suo consenso alle lavorazioni ma ha addirittura "minacciato" ritorsioni giudiziarie se alcune ritorsioni giudiziarie se alcune scene già girate in locali privati avessero mostrato il territorio comunale:" Mi auguro-ha dichiarato- che gli autori vorranno avere un rispetto e una considerazione di questa città diversi da quelli che le hanno tributati in precedenza. In caso contrario, siamo disposti a portare la produzione in tribunale." E sulla stessa linea sono gli altri due sindaci.
Che dire della polemica. Saviano ha sicuramente a dire che la camorra non si combatte con la tv né con le parole ma con quello che purtroppo i nostri governanti si guardano bene dal fare: dall'educare i nostri giovani ma soprattutto con l'esempio a diventare cittadini moderni e fedeli alle leggi e al testo costituzionale. Ma forse sarebbe chiedere troppo?

In foto: un'immagine del backstage di Gomorra la serie

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