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italia terra aridadi Nicola Tranfaglia
L'Italia è malata. Nessuno - per quel che posso valutare - sarebbe in grado oggi di respingere una simile, semplice affermazione. Ma non si tratta della gravissima crisi che ancora nel 2011 il francese Jean-Claude Trichet, presidente allora della Banca Centrale europea, oggi guidata dall'italiano Mario Draghi, espresse una lettera di impegno della Banca a favore del nostro Paese di fronte a un possibile default simile a quello in cui è incappata Atene ed evitò il nostro fallimento. Oggi, partecipando alla riunione del Forum Ambrosetti cui ha partecipato per l'Italia anche il presidente del Consiglio e segretario del PD Matteo Renzi, ritorna sull'argomento rispondendo alle domande di un giornalista italiano: "La diagnosi del male italiano è complessa. La tecnologia è la stessa dei Paesi più sviluppati, le procedure industriali pure, gli italiani sono forti e appassionati lavoratori che non si spaventano di fronte ai compiti più duri. Ma la lentezza dell'Italia è l'eredità di una pessima gestione dell'amministrazione pubblica le cui inefficienze ricadono sul settore privato, sulla volontà e sullo spirito imprenditoriale del Paese... Oltre le riforme indicate dal presidente Renzi a Cernobbio occorrono altre misure, molte delle quali simili a quelle che servono in Francia come le liberalizzazioni nei servizi, nelle attività economiche, nelle professioni. Ma in Italia avete un altro fattore che appesantisce la situazione: il Mezzogiorno, specialmente dal punto di vista della Pubblica Amministrazione che rimane una serissima questione da risolvere al più presto che impensierisce l'Europa."

Trichet fa un'altra osservazione importante sul tasso di interesse europeo che è il doppio di quello americano: "E' un grosso problema una disoccupazione così alta in Europa. La rigidità dei nostri mercati è responsabile per per la maggior parte anche se non è semplice comparare i valori nei due continenti perché gli americani calcolano differentemente gli "scontenti", quanti hanno rinunciato a trovare un posto. A questi argomenti che sono centrali nella diagnosi dell'ex presidente della Bce, Trichet, è da aggiungere - a mio avviso - il problema della selezione - spesso infelice - della selezione delle classi dirigenti nei partiti e nelle comunità locali (sia per la forza delle associazioni mafiose che per la preponderanza di poteri di conservazione nella società italiana). I risultati sono visibili di fronte a problemi antichi nella politica italiana come l'incapacità di varare una legge efficace sui conflitti di interesse e così via. O il nostro Paese sarà in grado di superare i suoi problemi o le prospettive non diverranno migliori di quelle attuali (che non sono per nulla entusiasmanti).

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