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berlusconi-salvinidi Nicola Tranfaglia - 25 giugno 2015
Piuttosto prevedibile e priva di trovate interessante il colloquio con cena che ha segnato le scorse sere ad Arcore, fino alla mezzanotte, tra l'eterno uomo di Forza Italia e il nuovo e giovane leader della Lega Nord Matteo Salvini che accompagnato da Giancarlo Giorgetti e l'ex europarlamentare Licia Ronzulli che fa da ufficiale di collegamento tra i due maggiori partiti della Destra spinti da molte ragioni a cercare un'alleanza stabile contro il governo di Matteo Renzi che prima o poi e al massimo nel 2018 (ma forse prima) dovrà affrontare nuove elezioni politiche generali per chiedere agli italiani se vanno bene le larghe intese tra PD e Nuovo Centro-Destra o ai democratici conviene cercare altri alleati e affrontare in prima persona la vecchia e nuova destra che le contende il potere. Base dell'intesa, a sentire il leader leghista, il fatto che il governo attuale e il suo leader è "pericoloso" senza altre specificazioni come urgono la riduzione dell'imposizione fiscale e l'adozione della flat tax da sempre cara alla destra occidentale ed europea. "la flat tax-e questo è noto - va ad esclusivo vantaggio di quella parte della popolazione che eccede le quote massime di reddito. Di qui la presenza dei suoi massimi sostenitori tra gli esponenti della destra attuale anche nel nostro Paese. Di fatto, oltre il 90 per cento della popolazione pagherebbe le stesse con un sistema progressivo e chi ha un reddito medio e medio basso, pagherebbe più tasse di quanto non ne pagherebbe con un sistema progressivo. Negli ultimi anni la destra americana da Reagan a Bush ha tentato con diverse modalità di introdurla negli Stati Uniti ma, nel ventunesimo secolo, è successivamente è stata introdotta negli Stati Baltici (Estonia, Lituania e Lettonia hanno introdotto flat taz ma ci sono stati esperimenti di flat tax (letteralmente "tassa piatta") anche in Ucraina, in Russia, in Slovacchia, in Romania, in Macedonia, in Albania e in Bulgaria con risultati che è difficile definire positivi.

La vicinanza alla Russia di Putin e a paesi che gravitano nella sua orbita economica è significativamente comune ai nuovi leghisti e a Forza Italia alla ricerca affannosa di parole d'ordine e di novità in grado di superare l'isolamento di fronte al dilagante centrismo della leadeship renziana nel PD e alla urgenza di indicare una politica comune di fronte alla bomba migratoria. Che costituisce, infatti, l'altro piatto dell'alleanza forza-leghista di fronte alle amministrative dell'anno prossimo in alcune grandi città e alle successive politiche. Tra i due alleati il più disposto a gettarsi nell'impresa appare Berlusconi che non ha molte alternative nel suo partito e fuori mentre Salvini che ha ottenuto risultati straordinari nelle ultime regionali appare più cauto e desideroso, per così dire,di tornare in palla. Ma idee nuove per ora non si vedono e la flat-tax non appare né sicura né rivoluzionaria.

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