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corruzione-500-effdi Nicola Tranfaglia - 16 maggio 2015
L'intervento di due giorni fa del Capo dello Stato al Salone del libro di Torino era destinato a non restare inascoltato. E questa è una piccola, buona notizia in un Paese come il nostro che fa una grande fatica ad affrontare i propri problemi, soprattutto quelli che riguardano le nostre classi dirigenti non meno di parte rilevante della nostra popolazione e che è presente, sia pure in misura diversa, al Nord come al Sud e al Centro. Stiamo parlando, se qualcuno fosse in questo momento distratto, della corruzione che avvolge la penisola, che è fortemente presente nei posti dove non ti aspetteresti di trovarla, che si collega alla presenza - tutt'altro che scemante - delle associazioni mafiose che popolano i processi, che emergono continuamente da migliaia di vicende sottoposte ogni giorno alla nostra magistratura come alle forze dell'ordine. Ebbene due giorni fa, inaugurando il Salone del libro a Torino, il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha parlato della corruzione come l'espressione di una società che vede emergere e per certi aspetti prevalere un'attitudine avida e indegna di una società moderna e civile quale è ed aspira a diventare sempre di più la società nazionale di cui facciamo parte.

Ed ieri, quasi a rispondere a quella chiara invocazione il Consiglio Superiore della Magistratura, o meglio la sesta commissione del Consiglio, ha dichiarato al termine di una approfondita discussione, che "i  singoli e frammentari interventi realizzati ed in gran parte solo annunciati dal legislatore" sulla corruzione "risultano per la loro disorganicità insufficienti. Sono duri alcuni passaggi che la sesta Commissione del CSM mette nero su bianco in un parere che sarà esaminato mercoledì prossimo dal plenum previsto mercoledì prossimo alla vigilia del voto finale della Camera dei deputati. Ed hanno suscitato reazioni nelle file del Partito democratico a cominciare dal responsabile Giustizia del partito, il renziano David Ermini che ha subito parlato di "giudizio incomprensibile e sconcertante": Il documento del CSM, in realtà, esamina un altro provvedimento che è all'esame del parlamento ed è il disegno di legge sul processo penale ma, soffermandosi sulle disposizioni previste sulla corruzione allarga l'analisi anche al pacchetto specifico sulla corruzione vicino ormai al varo la prossima settimana. Il vicepresidente Legnini ha detto che si tratta di "un indiscutibile passo in avanti" ma la commissione incaricata all'unanimità ha approvato il parere del consigliere Piergiorgio Morosini che ha detto "stop a cautele e timidezze" di fronte a un fenomeno criminale "di siffatta ampiezza, pervasività e ramificazione" che fa dell'Italia uno dei paesi dell'OCSE più afflitti da una simile, grave malattia. Serve, secondo la commissione del CSM un "intervento organico a tutto campo". L'aumento delle pene è un mezzo di contrasto "insufficiente": bisognerebbe agire anche sulle pene accessorie, per esempio con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici"; e prevedere tutele per chi denuncia. Proprio perciò è giudicata positivamente la premialità per chi collabora con l'autorità giudiziaria prevista nel disegno di legge. Il testo reintroduce anche il falso in bilancio con "un adeguato carico sanzionatorio" ma le pene previste per le società non quotate (1-5 anni) non consentono le intercettazioni e in ogni caso la misura "non è scevra di lacune"; e nel suo insieme la proposta di legge appare "incompleta". Il Csm indica come necessaria una "rivisitazione generale della prescrizione" evitando interventi settoriali e prevedendo "il definitivo arresto del decorso una volta esercitata l'azione penale". In tema di intercettazioni e privacy, è condivisa l'istanza di maggiori tutele ma si auspica equilibrio in un ambito che chiama in causa "una pluralità di interessi, tutti di rango costituzionale". Non solo Ermini ma anche Donatella Ferranti, del Partito Democratico, presidente della Commissione Giustizia della Camera ha definito il parere del CSM "intempestivo e illogico. Intempestivo perché siamo ormai in dirittura di arrivo in aula con il disegno di legge anticorruzione. Illogico visto che accusa il Parlamento di disorganicità proprio nel momento in cui stiamo varando una legge organica e di sistema."
Dispute all'interno dello stesso partito che esaltano in qualche modo un malessere peraltro evidente ma la denuncia di un male che, se non combattuto adeguatamente, rischia di mettere in discussione il progetto indispensabile del governo delle larghe intese.

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