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tranfaglia-nicola-web15di Nicola Tranfaglia - 30 marzo 2015
La prima considerazione di fronte alla manifestazione di Maurizio Landini, leader della Fiom e di quella parte della CGIl che è con lei significa, senza dubbio alcuno, che un'opposizione a sinistra dell'attuale governo di Matteo Renzi esiste, dentro e fuori del Partito democratico, di molti che hanno votato finora per quel partito e di molti altri che in una sinistra diffusa nel paese che non seguirebbe Rifondazione comunista o altre formazioni sparse nella diffusa galassia della sinistra ma che critica con forza e alla fine non accetta la prospettiva centrista della leadership di Matteo Renzi che sta portando - questo è indubbio - il partito verso una sorta di mutazione genetica.
Naturalmente tutti si chiedono nella superficiale e a volte pettegola cronaca politica e giornalistica nazionale, quale sia alla fine il progetto di Landini che continua ad escludere - e credo che sia in buona fede - la nascita di un partito politico a sinistra del Partito democratico.

Ma ormai è chiaro che all'orizzonte non c'è la nascita di un nuovo partito politico bensì l'utilizzazione del forte disagio sociale che esiste nel Paese e il tentativo di restituire alla Fiom e ai movimenti politici e sindacali che si agitano a sinistra una centralità da giocare su più tavoli e una effettiva conflittualità nelle controversie di lavoro. Ma si tratta di un processo non facile da mettere in piedi e di qualcosa che in parte contrasta con la fase di ripresa dello sviluppo che potrebbe nascere dall'inizio del superamento della crisi economica di cui si avvertono i primi segni.
Certo in questo senso non si può non richiamare quel che scrive Raffaele Cantone nel suo libro appena uscito su Il male italiano con Gianluca Di Feo, edito da Rizzoli, che ai politici ricorda un fatto elementare, ma troppo spesso dimenticato o messo in secondo piano di fronte alla crisi italiana: l'espandersi della corruzione in Italia non significa soltanto il peso di sessanta miliardi di euro di costo ogni anno, ma una serie di ostacoli e di difficoltà insuperabili per un paese moderno che vuole riprendere il suo cammino. E dipenderà anche dalla capacità della sinistra di assumere la guida di questa lotta nei temi da potenziare e negli uomini e nelle donne da proporre nelle prossime competizioni elettorali con i due aspetti complementari - la centralità della lotta alle disuguaglianze e quella alla corruzione e alle mafie - se la battaglia per un'Italia migliore potrà essere vinta dal centro sinistra in futuro non lontano.

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