Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

mano-nera-stopdi Nicola Tranfaglia - 18 marzo 2015
La cronaca politica, a differenza di quella parlamentare che continuare ad essere scialba e piuttosto monotona con qualche rara eccezione (e per vitalizzarsi ha bisogno di seguire i discorsi oltranzisti di Matteo Salvini, nuovo capo dei leghisti, o il prevedibile duello che si instaurerà nel centro-sinistra con l'arrivo di Maurizio Landini con un leader spostato a destra come Matteo Renzi nel Partito democratico) è sempre frizzante di fronte agli scandali che si succedono come se piovesse. Inoltre nuovi particolari sembrano finalmente emergere sul caso Moro che a chi scrive continua ad apparire come il più grande mistero della repubblica. In questo senso assume maggiore importanza quello che resta, nell'attuale crisi repubblicana, uno dei problemi maggiori dal punto di vista istituzionale, politico e culturale: che cosa dobbiamo fare per aver ragione delle associazioni mafiose che percorrono la penisola, fanno affari di miliardi, inquinando la politica?
Ora negli ultimi tempi si sono verificati alcuni episodi importanti. Per la prima volta il Parlamento europeo ha approvato un documento di analisi e di indirizzo sull'esistenza e sulla pericolosità delle mafie a livello dell'Unione europea; inoltre la Commissione Europea ha licenziato una relazione sulla corruzione particolarmente diffusa nel nostro Paese e il Parlamento europeo ha predisposto una bozza di direttiva sulla confisca dei beni proventi dei reati di mafia e di corruzione. In Italia
le commissioni Garofoli e Fiandaca hanno presentato le loro relazioni finali per una moderna politica contro la mafia che contengono proposte specifiche di modifiche del Codice delle misure di contrasto del fenomeno criminoso. Dagli orientamenti europei e dalle proposte delle due commissioni italiane si possono dedurre alcune priorità che le organizzazioni condividono e che vale la pena ricordare.

Primo punto su più livelli
Armonizzare le legislazioni dei paesi aderenti all'Unione Europea con l'introduzione nei loro codici penali. Il reato di partecipazione alle organizzazioni criminali, valorizzando adeguatamente l'esperienza italiana della legge Rognoni-La Torre e considerando le particolarità nazionali nei limiti dell'obbiettivo paritario di garantire la più efficace cooperazione giudiziaria internazionale; la confisca dei beni proventi del reato; la regolamentazione del riuso sociale dei beni confiscati alle mafie; il coordinamento europeo per favorire la confisca in paesi terzi.

Secondo punto.
Superare le diverse criticità emerse con l'approvazione della legge 149/2011(cd Codice Antimafia), quali i tempi brevi di prescrizione rispetto a quelli lunghi del processo, le disfunzioni tra sequestro e confisca del bene, la sua continuità produttiva e il riuso sociale.

Terzo Punto.
Rivedere l'intera gestione dei beni sequestrati e confiscati compresa quella del FUG per impedire che patrimoni immobiliari e finanziari possano rimanere inutilizzati e perdersi.

Quarto punto.
L'agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati deve essere potenziata e accompagnata da una governance partecipata dalla rappresentanza degli interessi sociali.

Quinto punto.
Regolamentare e armonizzare l'amministrazione giudiziaria dei beni confiscati alle mafie considerando la tipicità del fenomeno criminale e l'urgenza di dimostrare che l'amministrazione dello Stato e della Giustizia sono trasparenti e più efficienti del sistema mafioso.

Sesto punto
Attivare i tre miliardi, attualmente congelati nel Fug, quale fondo di garanzia e di rotazione affinché le aziende sequestrate non escano dal ciclo produttivo e dal mercato; in parte usarli per la gestione dei beni confiscati destinati agli enti pubblici e per il rafforzamento operativo della giustizia e l'incremento dei fondi per le vittime di mafie, racket ed usura.

Settimo punto.
Realizzare in tempi brevi l'Anagrafe nazionale antimafia per il rilascio veloce della certificazione antimafia ai soggetti richiedenti.

Il rapporto delle organizzazioni che lottano contro le associazioni mafiose dedica la parte finale a considerazioni che chi scrive condivide in pieno e che vorrei sottolineare.
"Da tempo-afferma il rapporto che è stato scritto da Libera, dal Centro di Accoglienza Padre Nostro,dal Centro Pio La Torre, dalla Fondazione Rocco Chinnici, dal Coordinamento siciliano SOS Impresa, la cosiddetta finanzia rizzazione delle mafie, adeguatesi all'evoluzione del si stema economico globale ha generato nuove reti transnazionali criminose. Esse vanno analizzate in profondità dalla Commissione parlamentare Antimafia. Potrà servire da esempio quanto ha fatto con le relazioni conclusive del 1976, la Commissione Antimafia che descrisse il volto nuovo delle associazioni di stampo mafiose e dalle quali nacquero la tipizzazione del reato e la confisca dei beni Rognoni-La Torre. Oggi la Commissione ha il compito storico di: indagare le moderne forme del sistema politico-mafioso-corruttivo per predisporre l'adeguamento della legislazione;

-pervenire all'approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare sulla tutela del lavoro nelle aziende confiscate già in discussione alle Camere.

-rafforzare nel rispetto della privacy le pratiche e i sistemi investigativi per colpire le reti criminose.

-inserire stabilmente nei programmi scolastici l'insegnamento della "Storia dell'Antimafia sociale, politica e istituzionale nell'Italia contemporanea".

E inoltre: "La diffusione della corruzione rende il nostro paese poco attraente per gli investimenti esteri; vanno rimosse per una politica rigorosa anti corruttiva migliorando e rendendo incisiva la legge Severino e il conflitto di interessi; deve essere introdotto nel nostro sistema giudiziario l'obbligo della "sospensione della candidabilità" di ogni soggetto rinviato a giudizio per reati di mafia e contro la pubblica amministrazione."
Il rapporto - lasciatemelo dire - si presenta come una piattaforma importante per voltare pagina e scrivere un capitolo nuovo per una storia difficile e tormentata come quella dell'Italia e del vecchio continente europeo.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos