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tranfaglia-nicola-web0di Nicola Tranfaglia - 25 gennaio 2015
Forte è la tentazione di incominciare il breve articolo su quello che hanno detto alcuni magistrati nelle inaugurazioni dell'anno giudiziario che in questi giorni si vanno snocciolando nelle più grandi ma anche nelle piccole sedi di corte di Appello della penisola, dalle Alpi alla Sicilia, con una frase che ritrae la contraddittorietà massiccia che oggi si staglia nel nostro bel Paese.

Bisognerebbe dire pressappoco così: mentre la confederazione delle rinomate mafie italiane, piazza in vari punti di Palermo, il tritolo destinato al nuovo nemico giurato, il giudice Nino di Matteo, che ancora si occupa della- mitica ma reale -trattativa tra mafia e Stato negli anni Novanta, il presidente della corte di Appello di Milano, Stefano Canzio, denuncia il fatto ormai chiaro che le organizzazioni mafiose e il terrorismo islamico incombono sull'inaugurazione dell'Expo milanese e ne mettono in pericolo l'imminente svolgimento. " Presenza e attenzione particolare, ha detto il dottor Canzio, sarà riservata dalla magistratura alla repressione di ogni forma di violenza eversiva e terroristica di tipo fondamentalista che intenda approfittare della portata internazionale dell'EXPO. E ancora:" In vista di EXPO 2015, lo Stato è presente e contrasta l'attacco so praffattorio della criminalità mafiosa, garantendo, nonostante la debolezza delle risorse nel settore giudiziario, la legalità dell'agire e del vivere civile. L'EXPO, ha ag
giunto l'alto magistrato, "potrebbe anche destabilizzare gli equilibri tra le varie organizzazioni imprenditoriali fiorite in quanto collegate allo straordinario evento e consentire alle organizzazioni criminali ampi margini di profitto. 
"Le organizzazioni mafiose in Lombardia-ha aggiunto il presidente della corte di Appello-si muovono secondo uno schema non di attacco ma di interazione-occupazione del territorio." E la 'ndrangheta è come una metastasi nel territorio lombardo. Il dottor Canzio ha detto che al presidente della repubblica Napolitano avrebbe potuto risparmiarsi la deposizione davanti ai giudici della corte di Assise di Palermo sulla trattativa ma a sua volta pro prio il giudice Di Matteo ha preferito non commentare l'intervento del collega milanese. Il dottor Canzio ha citato alcune recenti sentenze come quelle nei processi Eternit e Ruby e ha espresso su di esse un giudizio molto duro: "L'opinione pubblica ha espresso sentimen ti di diffusa indignazione per le recenti decisioni di pro scioglimento di Corti di Appello e della Cassazione come nel caso Cucchi, sul terremoto dell'Aquila e sull'Eternit." Il presidente ha voluto infine elogiare i giudici milanesi che "pure in condizione di stressante impegno lavora
tivo e talora in un'atmosfera di delegittimazione o addirittura dileggio, dimostrano di solito spirito di sacrificio, equilibrio e riservatezza". 

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