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ercolano-aldodi Nicola Tranfaglia - 14 gennaio 2015
I canali televisivi come i grandi quotidiani si occupano poco o nulla di un aspetto fondamentale della lotta alle mafie nel nostro Paese. Così veniamo a sapere, grazie a un'interrogazione presentata nei giorni scorsi dal vicepresidente dell'attuale Commissione di inchiesta per la lotta alla mafia e, per la precisione, il deputato Claudio Fava, firmata anche dai deputati Davide Mattiello e Laura Garavini del Partito democratico e Francesco D'Uva del Movimento Cinque Stelle, che ha presentato al ministro della Giustizia Orlando un'interrogazione perché è stato di nuovo revocato il carcere duro con l'applicazione dell'articolo 41bis al boss Aldo Ercolano (in foto) pur dopo recenti rapporti della Direzione Nazionale Antimafia secondo i quali Ercolano, nipote prediletto del boss Vincenzo Nitto Santapaola, è "l'uomo di maggior rilevanza criminale all'interno delle famiglie mafiose di Catania" e perché non si comprende quali elementi abbiano potuto determinare in pochi mesi una revisione radicale del giudizio sulla pericolosità dell'Ercolano."

Già nel marzo 2013, il boss, che avrebbe preso lo scettro del comando dopo la morte di Pippo Ercolano, era ritornato ad essere un detenuto comune e quindi con rapporti normali e non difficili con l'esterno. Ma, nell'interrogazione presentata dall'on. Fava e dai suoi colleghi, si mettono in luce una serie di episodi che dimostrano l'opportunità di sorvegliarlo con attenzione maggiore e non minore come invece è accaduto. "Appena due mesi fa, nel corso dell'operazione antimafia Reset sono state acquisite intercettazioni telefoniche da cui risulta, in modo inequivocabile, che Aldo Ercolano è tuttora il capo-mafia di Catania e che nel corso di una riunione delle cosche catanesi che fanno riferimento alle famiglie Santapaola ed Ercolano, indicato come l'attuale referen te di Cosa Nostra, sarebbe partito dagli affiliati un lungo applauso.
Inoltre nel novembre scorso è stato fermato con l'accusa di associazione mafiosa Vincenzo Ercolano, fratello di Aldo. "Secondo il rapporto del ROS Carabinieri - prosegue l'interrogazione - l'autotrasporto continua ad essere l'affare criminale incontrastato degli Ercolano che, per accrescere i propri affari, avrebbero utilizzato la forza intimidatoria del loro cognome. Un potere criminale re
centemente consolidato anche attraverso alleanze eccellenti della criminalità organizzata palermitana e con imprenditori collegati alla mafia agrigentina.
Il commento di Claudio Fava è duramente ironico: "Appare difficile comprendere che l'erede designato di Nitto Santapaola per due volte in pochi mesi sia stato restituito al regime carcerario ordinario in palese conflitto con le valutazioni sulla sua pericolosità espresse dalla Direzione Nazionale Antimafia, dalla Procura di Catania e dal ministro Orlando." Al quale i deputati, come chi scrive, chiedono un intervento il più urgente possibile.

Foto tratta da loraquotidiano.it

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