di Salvo Vitale - 25 novembre 2014
Se n’è andato, dopo avere girovagato nel buio dell’incoscienza per una settimana. Nessuno può dire se pensava qualcosa, se in testa gli ruotavano immagini, se ascoltava le nostre voci. Se n’è andato con molta eleganza, in silenzio, cercando di non disturbare nessuno, ma confermando la sua presenza tra tutti coloro che avevano condiviso le sue idee. Ed è una presenza che continuerà ad esserci, perché là dove c’è o ci sarà, cosi come c’è stato, un momento di lotta per la salvaguardia dell’ambiente, là dove si consumerà un’ingiustizia sulla pelle dei più deboli là continuerà ad esserci Gino, non come reduce del ’68, che egli aveva vissuto in pieno, ma come stimolo per non fermarsi.
E’ questo che egli aveva detto qualche ora prima dell’incidente, agli amici di Cinisi e dell’Associazione Peppino Impastato, di cui era stato uno dei soci fondatori: “Non bisogna guardarsi indietro, non gratificarsi come reduci di esperienze ormai irripetibili. Occorre andare avanti guardandosi intorno e denunciando tutto ciò che non va, come faceva Peppino ”. E’ questo il suo ultimo messaggio, dopo una vita spesa interamente per dare alla politica una dimensione più vicina ai bisogni della gente, senza adesione alle mode, senza voltagabbana da un partito all’altro, senza interessi particolari, ma sempre con coerenza, con fermezza, spesso con rabbia e determinazione. Mentre trasmettiamo si stanno svolgendo i funerali in chiesa, voluti dal fratello. Stamane, per volontà di alcuni amici e compagni, la salma è stata traslata al Palazzo del Carmine, dove Gino è stato ricordato da Salvo Vitale, dal presidente del Consiglio Aiello e dal sindaco Lo Biundo. E’ stato un momento istituzionale, senza polemiche, nel rispetto di quella linea istituzionale che aveva caratterizzato gran parte delle scelte politiche di Gino, sino al momento in cui se n’era allontanato “schifiatu” per dedicarsi esclusivamente al circolo di Lega Ambiente Chico Mendez, che lui stesso aveva creato e al sito CESDAM, nel quale è possibile trovare la documentazione delle lotte ambientaliste sostenute in tutto il Golfo di Castellammare.. Si fa presto a dire che molti che prima prendevano le distanze da Gino ora, nella morte si fingono addolorati. Non facciamo sterili polemiche oggi, non è del tutto così: c’è gente, distante politicamente, che è addolorata sul serio, perché Partinico non perde solo un cittadino, ma uno di quelli che ha speso la vita per cambiare il paese e il cui messaggio è rimanere attivi, essere in campo, muoversi e lottare per guadagnare i nostri spazi.
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