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costituzione italianaPromemoria per l'on. Cesare Damiano a proposito di un eventuale libro dedicato al tema
di Nicola Tranfaglia - 26 settembre 2014
A) Il problema del lavoro è diretto e immediato nell'articolo 1 dei Principi fondamentali, nelle prime tre parole con cui si apre il testo: "L'Italia è una repubblica democratica,fondata sul lavoro..."
B) Nell'articolo 2 dei P.F., il riferimento è indiretto in quanto - recita l’articolo - "la repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,economica e sociale." In questo senso - se e quando è lavoratore attivo o a riposo, cioè nella grandissima maggioranza dei casi - adempie ai suoi doveri, secondo il dettato della norma.

C) Ma è nel - cruciale e decisivo - secondo comma dell'articolo 3, sempre dei Principi Fondamentali, che si può cogliere un altro aspetto centrale del rapporto tra il lavoro e la Costituzione. Quel comma dichiara:" E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitando la libertà e l'eguaglianza,impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica,economica e sociale del Paese." Qui c'è il tentativo di costituzionalizzazione del diritto all'uguaglianza e l'esplicito riferimento alla condizione degli esseri umani in quanto lavoratori, fondamentale per realizzare il rapporto centrale indicato nel testo tra i due termini.
D) Nell'articolo 4 dei PF: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società". Qui il cittadino - in quanto lavoratore - è al centro della trattazione della norma e il soggetto, insieme con i doveri enunciati nel precedente articolo, ha il dovere essenziale di scolgere una funzione utile alla collettività. Si può dire quindi, in sintesi estrema - ma il discorso può essere molto più ampio e analitico - che nei dodici articoli che formano i Principi fondamentali del testo costituzionale si pongono tutti i presupposti perchè i cittadini, in quanto lavoratori, nella Repubblica esercitino i propri diritti che attengono all'attività politica, culturale, sociale ed economica e adempiano a doveri che non riguardano soltanto la propria esistenza privata individuale e familiare ma anche quella che deriva dall'essere soggetti della comunità locale e nazionale di cui fanno parte ad ogni effetto.
Sempre, nella Prima Parte della Costituzione, il lavoro e di conseguenza il lavoratore (come la lavoratrice - formalmente - con gli stessi diritti) ha un grande spazio. Già il primo articolo del Titolo III, l'articolo 35 recita: "La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori.Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.Riconosce la libertà di emigrazione,salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell'interesse generale e tutela il lavoro italiano all'estero.
E nell'articolo 36 continua: "Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sè e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.La durata massima della legge è stabilita dalla legge.Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale ed a ferie annuali retribuite e non può rinunciarvi." Nel successivo articolo 37 si dettano le norme necessarie per la parità della lavoratrice anche in quanto madre, per il limite minimo di età e per il lavoro dei minori:qui il livello delle violazioni è sempre stato alto nella storia repubblicana e lo è ancora sopra. Il successivo articolo 38 stabilisce norme che si riferiscono, da una parte, agli inabili, ai minorati e all'assistenza dei lavoratori.L'articolo 39 è dedicato ai sindacati: "L'organizzazione sindacale è libera. Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali,secondo le norme di legge. E' condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un ordinamento interno a base democratica.I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono essere rappresentati unitariamente in proporzione dei loro iscritti,stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce.
L'articolo 40 sancisce l'esistenza del contratto di sciopero: "il diritto dell'esercizio di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano. "L'articolo 41 regola la libertà dell'iniziativa economica che non deve "essere in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana." Infine l'articolo 46 recita: "Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende." Altri riferimenti al problema del lavoro si trovano in altre parti del dettato costituzionale ma i riferimenti forniti fin qui danno un quadro complessivo del problema preso in considerazione.
E suggeriscono così l'indice di un libro collettivo che veda diverse professionalità: il(la)giurista, il(la)storica, l’economista. Del concerto necessario fanno parte - e hanno funzione centrale - anche i contributi dei politici nel momento in cui intervengono.  

Proposta di indice del libro di 160-200 pagine (che curano Cesare Damiano e Nicola Tranfaglia o quest'ultimo con prefazione del primo)
1) Introduzione e analisi del problema 10 pagine (Damiano e Tranfaglia);

2) Uno dei presupposti fondamentali dell'edificio costituzionale complessivo (da affidare a Dogliani,Ainis, Luciani o ancora Rodotà o Zagrebelsky) 20 pagine;

3) I termini dialettici nella condizione del lavoratore:tra diritti e doveri,conflitti e accordi tra le parti e il ruolo decisivo dello Stato (qui occorre pensare a economisti vicini a noi )  30 pagine;

4) I termini costitutivi del rapporto di lavoro:formazione, durata, interessi individuali e utilità sociale, sicurezza,
elevazione economica e sociale ed esigenze della produzione, dignità umana, tutela del lavoratore e speciale per i soggetti più deboli, collaborazione per la gestione delle aziende, regolazione del conflitto attraverso gli scioperi opposti. (Qui è il caso di indicare le sezioni interne e penserei a uno storico o storica dell’amministrazione. In particolare Guido Melis o Pietro Rescigno o altri indicati dal presidente Damiano. Non escludo di poter collaborare anche io all'interno del quadro complessivo.) 60 pagine con sezioni interne al capitolo.

5)I mutamenti del lavoro negli ultimi 30 anni: A) le trasformazioni tecnologiche; B)i mutamenti nello scontro ideologico nei grandi continenti: Americhe, Europa del Nord, Europa Orientale, Europa occidentale, Italia; C) I sistemi politici e le conseguenze sui mutamenti del lavoro. Qui io potrei fare il paragrafo B e altri potrebbero essere fatti da soci dell'Associazione Lavoro e Welfare 30 pagine.

6) Prospettive e linee di tendenza: A) Nei grandi continenti; B) In Italia 20-30 pagine ( Anche qui l'associazione Lavoro e Welfare)  7) Flessibilità in entrata e in uscita: A) i problemi attuali e i tentativi della nuova destra. I nostri punti fermi. (Cesare Damiano). Naturalmente mi riserverei di rileggere e provvedere a fornire il testo finale nella primavera del 2015. 

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