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corruzioneIn Italia il 50% rispetto agli altri stati europei
di Salvo Vitale - 4 febbraio 2014
Stando ai dati dell'Ong Trasparency International, che stila la classifica mondiale della corruzione, nel 2012 occupiamo il sessantanovesimo posto, con un lieve miglioramento (ma va!!!) rispetto all’anno scorso, quando eravamo al 72° posto. Siamo allo stesso livello della Romania e del Kuwait, peggio di Arabia Saudita, Ghana, Cuba Montenegro, Macedonia, Giordania, Slovacchia: dopo di noi in Europa ci sono solo la Bulgaria (77°) e la Grecia (80°), nel resto del mondo Somalia, Corea del Nord e Afghanistan. Ai primi posti invece Danimarca, Nuova Zelanda, Finlandia e Svezia, Germania, (12°) Francia. (17°).
Il picco più alto si è avuto nel 2009: in soli tre anni il nostro paese è riuscito a "guadagnare" ben ventidue posti nella classifica mondiale per la corruzione nel settore pubblico: nel 2007 eravamo al 41° posto, poi nel 2008 siamo scesi al 55° posto, nel 2009 siamo scesi ancora più giù ossia al 63° posto, per arrivare, nel 2011 al 71 posto.

L’escalation, anzi la discesa è precipitata dopo che nel 2008, tra le primissime decisioni del nuovo governo Berlusconi, c'è stata la soppressione dell'Alto Commissario per la prevenzione ed il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione, proprio nel momento in cui ci sarebbe stato bisogno di dare maggiore sostegno e risorse a questo importante Ufficio, e lo ha spiegato molto bene Elio Veltri in un suo articolo "L'anticorruzione che non piace al governo" su Antimafia duemila in cui ha denunciato una corruzione diffusa, il mancato adeguamento alle Convenzioni Onu, la scarsità di mezzi per svolgere il suo compito e ha chiesto una maggiore autonomia alla Presidenza del consiglio. La risposta è stata rapida: soppressione dell’ufficio nel silenzio generale. Le leggi studiate su misura per agevolare la cricca di Berlusconi, i suoi affari, i suoi problemi con la giustizia, la depenalizzazione del falso in bilancio sono state tra le cause più evidenti di una degenerazione che impedisce, a tutto il sistema Italia, di far ripartire il volano dell’economia. Non vengono ad investire gli imprenditori dall’estero, perché i margini di guadagno sono molto ristretti.
Dopo gli scandali legati ai progetti finanziati del giro di miliardi della Protezione civile, che, con la giustificazione dell’urgenza saltavano tutti i passaggi di controllo, il solito Berlusconi ha detto che si è trattato di “birbantelli”, che si tratta di casi isolati, magari opera non dei soliti comunisti ma del “fuoco amico” cioè di qualcuno interno all’organizzazione a delinquere, che non si fa i cazzi suoi: non esiste una nuova tangentopoli, tutto è in regola, ma, nello stesso tempo, non si sa perché, visto che tutto va bene, il capo ha promesso un nuovo disegno di legge contro la corruzione e che i ladri e corrotti, ma non quelli indagati, solo quelli condannati definitivamente, non potranno essere candidati nelle liste del PdL. Non sappiamo a questo punto se queste liste potranno essere preparate, perché la battuta, e solo di questo si tratta, è così comica che sembra simile ad una decisione del papa che proibisca ai preti di dire messa o del padrone della fabbrica che impedisca ai suoi operai di lavorare. Questa promessa, perché solo di questo si tratta, di pulizia può avere qualche spiegazione: solo al capo è consentito corrompere ed evitare la legge, perché solo lui è “absolutus”, sciolto da ogni vincolo rispetto a quelle norme che regolano la vita civile degli altri comuni mortali: se qualcuno è tanto sprovveduto o imbecille da farsi beccare, allora che paghi per tutti, così impara a creare difficoltà al sistema che alimenta tutta la cricca.
Adesso, a distanza di due anni, sembra in dirittura d’arrivo, in attesa del voto definitivo della Camera dei Deputati, dopo il voto del Senato, un disegno di legge di modifica del 416 ter che condanna il voto di scambio politico-mafioso e altre forme di corruzione elettorale, anche grazie agli oltre 377.000 cittadini che hanno firmato la petizione della campagna Riparte il futuro. Ecco il commento di Luigi Ciotti:
“La lotta alla corruzione è infatti una priorità non solo etica ma economica: non meno delle mafie, la corruzione è furto di bene comune, furto di diritti e di speranze, di opportunità e di lavoro. Ed è soprattutto un impegno che deve coinvolgerci tutti, toccare le coscienze laiche e quelle religiose, stimolare una comune ricerca di giustizia e di verità. «La corruzione odora di putrefazione» ci ha ricordato Papa Francesco, sottolineando l’insidia di un crimine che trova sempre «il modo di salvare le apparenze».
L’ultimo rapporto U.E. parla di un giro “corrotto” di 60 miliardi di euro solo in Italia, pari al 4% del Pil, ovvero la metà del costo della corruzione in tutti gli altri paesi europei. Il sistema delle tangenti e delle varie spese di “accomodamento” per far partire un appalto oggi è stimabile nel 40% dell’importo totale, anche per le grandi opere. I dati UE riguardano anche 30 deputati nazionali, indagati per corruzione o finanziamento illecito, politici indagati in quasi tutte le regioni, 201 consigli comunali sciolti, di cui 28 per mafia. Tutto questo ha ingenerato un sistema globale e un modo di pensare che fa giudicare inevitabile il sistema delle raccomandazioni, delle mazzette o della protezione tramite pizzo. La legge Saverino, ha escluso Berlusconi dal Parlamento a causa della sua condanna definitiva per frode fiscale, ma non prevede il reato di autoriciclaggio né la reintroduzione del reato “penale” del falso in bilancio. Proprio su Berlusconi e sul suo modo di governare, di sfuggire ai processi, di allungarne i tempi sino all’arrivo della prescrizione, “di pagare testimoni, comprare politici, aggiustare i processi” (La Repubblica) si appuntano le critiche europee, imputando al suo malgoverno la degenerazione di quel sistema di amministrare basato sul malaffare, sulla complicità tra imprenditori, mafiosi e politici e su altri mali connessi. Da questa “feccia che risale il pozzo” emergono i nomi di Ligresti, di Anemone (il costruttore che ha “offerto” la casa romana a Scajola), di Balducci, Verdini, di chi rideva per il terremoto a L’Aquila, del sistema “Regione Lazio” di Fiorito, del sistema Sesto di Penati e tutta una serie di casi che vanno dai voti di scambio, dai voti della ndrangheta comprati in Lombardia da Minno Zambetti, all’infermiere pugliese che incassa 20 euro per saltare la fila, al sindacalista salernitano che incassa tremila euro per “non far fare uno sciopero”. Ultimi casi che, dai tempi dello scandalo della “Banca Romana”, ai tempi di Crispi e Giolitti si sono consolidati tra i vari momenti storici, dal fascismo alla prima, alla seconda repubblica, per arrivare a Tangentopoli, con la fase di Mani pulite”, esperienza che il centrodestra ha cercato di criminalizzare in tutti i modi.
Il quadro d’azione di questo crimine è vasto, passa per le interminabili attese per un esame sanitario, che si riducono pagando gli stessi medici nei loro studi privati, per le inarrivabili cattedre universitarie che si trasmettono tra padre, madre, figli e nipoti, per i percorsi di carriera lavorativa basati sulle giuste conoscenze invece che sulle migliori competenze. La corruzione, infatti, si può manifestare in ogni aspetto della nostra vita.
Il problema di fondo è comunque che ormai gli italiani fagocitano tutto, pure le performance pseudoartistiche dell’ultimo rampollo dei Savoia, le bordate di Pascalina fidanzata d’Italia contro la Di Girolamo, le mani in pasta della Di Girolamo nella gestione della sanità beneventana, l’intervento “umanitario” della Cancellieri nei confronti dell’amica di famiglia Ligresti in carcere, la sentenza di assoluzione di Scajola, che non sapeva che qualcuno gli aveva pagato una parte della casa con vista sul Colosseo, per non parlare delle 25 cariche e consulenze di Mastrapasqua, direttore dell’Inps, coinvolto in una serie di imbrogli, mettendoci pure le 20 importanti cariche della moglie. Parlare dei fiumi di denaro versati per pranzi luculliani, vini pregiati, strani acquisti tutti col denaro pubblico, dalle mutande verdi, alle lauree comprate in Albania, al pagamento delle multe, alla carta igienica, ai caffè, persino all’acqua minerale, per non citare la generosa offerta di 500.000 euro fatto da Berlusconi a Lavitola, un amico in difficoltà. Ma soprattutto niente preferenze: gli italiani potrebbero eleggere qualcuno poco gradito ai segretari di partito, qualcuno che non si lascia corrompere. E sarebbero cazzi amari!!!

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