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destra-e-sinistradi Nicola Tranfaglia - 26 gennaio 2014
Non mi capita spesso di essere completamente d'accordo con il Corriere della Sera e tanto meno con i suoi due gemelli della prima pagina, i colleghi Panebianco e Galli della Loggia che hanno molto a lungo osannato l'uomo di Arcore e che da quando il leader di Forza Italia non è più in parlamento fanno i salti mortali per distinguersi da lui ma per attaccare appena possono il centro-sinistra e portar acqua a una destra non meglio identificata.
Certo non hanno fatto come, per far solo un esempio, Fabrizio Rondolino che ha scritto per quasi vent'anni su Il Giornale e negli ultimi anni, soprattutto dopo la clamorosa decadenza di Berlusconi dal Senato, è passato tranquillamente a scrivere in un piccolo quotidiano del centro-sinistra sperando di confondersi nella pattuglia ormai non esigua che pensa alle elezioni e una probabile vittoria dei nemici del Cavaliere.
Ma non vorrei neppure fermarmi troppo sull'episodio che è frequentissimo in questa fase di passaggio dal ventennio populista non ancora finito a una nuova stagione ancora tutta da inquadrare e precisare meglio.

Tornando all'inizio, vorrei dire che ho letto oggi con sostanziale consenso l'articolo che Giovanni Sartori, pur nemico delle preferenze, che ha definito il progetto che Matteo Renzi ha esposto e fatto approvare dalla direzione del Partito Democratico in una maniera convincente: ha parlato apertamente di un Bastardellum.
L'espressione è convincente perchè a leggere il testo in discussione alla Camera dei deputati e probabilmente approvato tra una settimana (il 31 gennaio prossimo) si vede con grande chiarezza che il compromesso raggiunto da Renzi nell'incontro al Nazarreno con Berlusconi è di qualità scadente.
In un paese nel quale eleggiamo con le preferenze i consigli comunali, regionali e quelli per le elezioni europei per le elezioni politiche le aboliamo in circoscrizioni molto piccole che prevedono cinque o sei eletti e applichiamo la ripartizione dei seggi attraverso il collegio unico nazionale. La Corte Costituzionale nella sentenza in cui ha dichiarato incostituzionale il "Porcellum" del leghista Calderoli ha scritto con esemplare chiarezza: "E' la circostanza che alla totalità dei parlamentari eletti, senza alcuna eccezione, manca il sostegno dell'indicazione personale dei cittadini che ferisce la logica della rappresentanza consegnata nella Costituzione: "E' dunque chiaro, non potrebbe esserlo di più che il combinato-disposto fissato nel progetto riproduce perfettamente la violazione costituzionale che i giudici hanno rimproverato al "Porcellum". Come si fa allora a riproporlo sotto altre spoglie senza esser sicuri che l'effetto davanti ai giudici sarà lo stesso?
A una simile obiezione che può fare chiunque abbia letto la proposta legislativa, nessuno finora ha replicato: tanto meno Berlusconi che vuol decidere tutto lui, a cominciare dal consigliere politico Toti e agli altri nominati nei giorni scorsi.
Ma il fatto è che non esiste nessun rimedio efficace al problema se non si passa a collegi uninominali che consentono la scelta tra persone collocate in parti diversi dello schieramento politico che si misura con il voto. Nè le primarie possono risolvere il problema giacchè non esiste in parlamento una proposta in questo senso e non puà certo praticarla da solo il P.D.
Ma c'è un'obiezione ancora più forte  al progetto Renzi-Berlusconi giacchè il testo riproduce della vecchia legge il sistema maggioritario di coalizione probabilmente a un turno giacchè è prevedibile che si formino coalizioni il più larghe possibile per raggiungere l'obbiettivo e che nascano liste civetta per aumentare la propria forza  e che nascano liste civetta (anche perchè la legge prevede che al raggiungimento del traguardo abbastanza basso del 35 per cento) concorrano anche le piccole liste alleate che non superino lo sbarramento previsto del 5 per cento.
E, infatti, molti costituzionalisti hanno già notato la contraddizione tra un meccanismo di voto proporzionale e l'aumento enorme della platea della coalizione vincente con una soglia bassa quale è il 35 per cento con conseguenze importanti per le votazioni parlamentari previste per eleggere alcune cariche importanti come la presidenza della repubblica e gli organi di garanzia costituzionale.
D'altra parte, non c'è dubbio sul fatto che l'obbligo per le liste che non superano lo sbarramento di cedere i voti a una delle coalizioni vada nella logica del presidenzialismo piuttosto che del parlamentarismo e in questo senso appartiene alla logica del "Porcellum" berlusconiano piuttosto che di  un sistema come quello indicato dalla costituzione vigente.
Di qui appare chiara la necessità di modificare nei prossimi giorni il testo Mattei-Berlusconi se si vuol salvare la legislatura e non combinare proprio ora pasticci così gravi e contraddittori.

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