Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

renzi-berlusconidi Nicola Tranfaglia - 19 gennaio 2014
C'è una differenza di fondo tra le favole e la storia ma negli ultimi decenni, e soprattutto in Occidente, c'è il vizio di presentare sempre di più la politica come se fosse una serie di favole che si succedono una dopo l'altra.
E' il caso dell'incontro tra Matteo Renzi, nuovo segretario dei Democratici e Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia e leader dell'attuale opposizione al governo delle larghe intese guidato da Enrico Letta.
Dopo più di due ore di colloquio, Renzi ha parlato di profonda sintonia tra lui e il Cavaliere sui tre argomenti che la politica italiana dovrebbe affrontare nel vicino più prossimo: la legge elettorale, il titolo quinto del testo costituzionale che riguarda le autonomie locali, l'abolizione del Senato. Peccato che sempre Berlusconi, ritornato anche attraverso questo incontro al centro della politica italiana, non voglia - come lo stesso Renzi - aspettare fino alla primavera del 2015 ma andare prima - non sappiamo ancora quando - alle elezioni.  

Bisogna credere ancora alle favole, se si pensa ancora in questa occasione che l'uomo di Arcore abbia accettato le tesi dei Democratici senza averne un vantaggio per sè stesso, ancor prima che per la parte politica che rappresenta, (avendoci abituato - in vent'anni di potere in Italia - con il suo populismo autoritario, a decine di leggi ad personam a distruggere in questo paese il già debole senso della legalità e della fedeltà ai fondamentali principi della costituzione del 1948).
E il vantaggio - come hanno commentato all'unisono personalità assai diverse come l'ex direttore de La Repubblica Eugenio Scalfari e la giornalista Lucia Annunziata che dirige il piccolo quotidiano Huffington Post sarà con ogni probabilità nei meccanismi della legge elettorale o forse ancora meglio nella riforma della giustizia che era nel programma del primo governo Letta e sarà, con ogni probabilità, nel programma del Letta bis se i due partiti maggiori decideranno - come sembra ormai probabile, essendo esclusa una scissione nel PD come era apparsa non escludibile nelle ore successive all'accordo Renzi-Berlusconi ma che è stata subito esclusa dai capi della corrente che si autodefinisce in quello che pure dichiara ancora di essere l'erede del vecchio partito di Antonio Gramsci.
Insomma, come a volte si dice e si scrive, è difficile avanzare indicazioni precise sui termini dell'accordo segreto tra i due maggiori protagonisti, sembrerebbe a questo punto, del duello politico in Italia ma che si tratti sull'uscita di Berlusconi dalle difficoltà giudiziarie in cui ancora si trova (con il periodo da passare scontando la sua interdizione presso i servizi sociali) o in modo da inventare meccanismi elettorali che favoriscano il suo ritorno sulla ribalta nazionale non c'è dubbio per chi non crede nelle favole di una volta che qualcosa ci sia nelle due ore e più di colloquio tra Renzi e l'imprenditore amico di Cosa Nostra.

ANTIMAFIADuemila
Associazione Culturale Falcone e Borsellino
Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449
Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000
Privacy e Cookie policy

Stock Photos provided by our partner Depositphotos