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lavitola-valter-221213di Nicola Tranfaglia - 22 dicembre 2013
C'è una regola aurea che riguarda la politica italiana e che si racconta, negli scritti dei latini come in quelli dei moderni: la conciliazione tra chi pratica la democrazia e quello che guida un partito dispotico e personale è molto difficile, quasi impossibile. E ora si sta sperimentando quando il ventennio populista sta di sicuro tramontando, sia pure con lentezza, e i nostri partiti - presenti in parlamento - si riorganizzano, in maniera più adeguata, ad alcune esigenze imposte dai tempi.
In questo senso quello che sta capitando all'ex presidente del Consiglio di Arcore, decaduto dalla carica di senatore della repubblica e ridotto nel suo fortilizio di Arcore o in quello romano di palazzo Grazioli, registra liti formidabili degli adepti come l' incarico di coordinatore regionale per il  tonante personaggio che risponde al nome di Maurizio Gasparri aspirante a diventare coordinatore del Lazio di Forza Italia o di altri discutibili personaggi che non sono voluti andare nel Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano pur di non abbandonare il grande imprenditore televisivo.

Berlusconi promette sfracelli a stretto giro di posta e investe i falchi più decisi come Denis Verdini del ruolo di coordinatore unico per mettere d'accordo molti di quelli che non sono disponibili a finir la propria carriera politica in quello che è ormai diventato un partito piccolo e litigioso che rischia di esser superato non soltanto dai democratici ma persino dai grillini nel prossimo scontro politico-elettorale. E tutto questo mentre Walter Lavitola (foto), l'ex direttore dello pseudo Avanti, già più volte in carcere per i suoi ricatti e le sue numerose imprese discutibili, torna in carcere per la vicenda delle vacanze a Panama dell'uomo di Arcore e sui suoi  rapporti con l'ex presidente dell'isola Martinelli. I film in possesso dell'imputato rivelerebbero scorrerie di Berlusconi con le solite belle escort di cui tanto abbiamo sentito parlare per molti anni che sarebbero state procurate all'uomo di Arcore a sua richiesta e di cocaina per il presidente Martinelli nell'anno del viaggio a Panama di Berlusconi.
L'ultima vicenda in cui è coinvolto l'ex direttore dell'Avanti riguarda quella che, secondo i pm di Napoli Woodcock e Piscicelli, si configurerebbe come un tentativo di estorsione da parte del giornalista faccendiere e sarebbe collegata al fatto che l'Inpregilo, per ottenere l'appalto per la realizzazione della metropolitana di Panama City (un miliardo e mezzo di dollari), avrebbe dovuto accollarsi il finanziamento di un ospedale psichiatrico a Panorama. La costruzione sarebbe stata in realtà affidata a un'azienda panamense di fatto collegata al presidente Martinelli, socio occulto e reale beneficiario del business.
Lavitola avrebbe avuto nella vicenda il ruolo di mediatore per i suoi rapporti con i politici panamensi. E Berlusconi, definito dai pm "inconsapevole vettore del tentativo di estorsione" aveva telefonato il 2 agosto 2011 ai vertici di Impregilo Ponzellini sollecitando un accordo. Ponzelli rispose che sarebbe intervenuto "già stasera" e che l'indomani avrebbe incontrato Gianni Letta. Ma poi la cosa non si realizzò.
Insomma, quel che si può dire, prima che ci siano altre "rivelazioni" è che quella con Lavitola e con i suoi affari legati alle "esport" è stata una relazione pericolosa e non tranquillizza chi non ha seguito Alfano e la sua "nuova destra" ma non vorrebbe trovarsi mescolato a storie che riguardano manie o problemi personali piuttosto che linee politiche in contrasto.
Chi dal populismo non si è fatto mai attrarre o ne è uscito magari pagandone anche pesanti conseguenze sul piano politico e personale inorridisce di fronte a simili vicende ma proprio per questa ragione ha molto difficoltà a cogliere l'insistenza di uomini politici che da più di vent'anni non riescono ad allontanarsi da demagoghi che perseguono di fatto soltanto i loro ristretti interessanti pur rivestendoli di una grande retorica e di grandi risorse finanziarie.

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