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flores-d-arcais-spinelliContro l’inciucio
Ecco la lettera appello che gli intellettuali Paolo Flores d’Arcais e Barbara Spinelli hanno inviato ieri a parlamentari Pd, Sel e M5S
Cari parlamentari della coalizione Pd-Sel e del M5S, tira un’aria davvero brutta in Parlamento. Non certo per l’occupazione delle Camere decisa da 5 Stelle; non certo per la battaglia, legittima, che M5S e Sel conducono perché le Commissioni parlamentari comincino a lavorare. Tira un’aria brutta alle vostre spalle, e anche alle spalle nostre che siamo vostri elettori. Pensiamo ai conciliaboli tra i vecchi partiti, e all’atteggiamento passivo, rassegnato, comunque inconfessato, con cui gran parte del Pd si appresta ad accordarsi con Berlusconi: sulla nomina del capo dello Stato, sul governo, sulle politiche che un governo di inciucio adotterebbe. L’impressione che abbiamo è quella che assalì Ulisse, nella sua corsa verso la conoscenza del nuovo: il mare si richiuse sul suo folle volo, e fu silenzio.

Vi invitiamo a considerare che questo rinchiudersi delle acque avviene fuori dal Parlamento, senza che nessuno di voi venga consultato, sotto l’imperio e la pressione fortissima di Giorgio Napolitano. Il discorso che ha tenuto lunedì scorso, in memoria di Gerardo Chiaromonte, è una vera e propria apologia delle larghe intese, che confonde Berlusconi con Moro e trascura del tutto quanto è successo nelle ultime elezioni. Viene rievocato il compromesso storico che Berlinguer volle in anni difficili, di crisi economica e terrorismo, ma in realtà la figura di Berlinguer è seppellita una seconda volta: il congedo dal compromesso storico e la questione morale che Berlinguer pose nei primi anni 80, e che resta il suo storico titolo di merito, è definito dal capo dello Stato una “concitata chiusura”, un “arroccamento fuorviante”.
È sperabile che voi, parlamentari del Pd che magari avete vissuto quegli anni, vi ribelliate a questo perentorio, quasi bolscevico processo contro la parte storica migliore della sinistra italiana. Usiamo l’aggettivo bolscevico in piena coscienza: colpendo e mutilando storie e biografie di leader del passato, evocando epoche come quella terrorista, è il presente che viene deformato e forgiato a somiglianza del passato. L’equivalente odierno del terrorismo di allora sarebbe il Movimento Cinque Stelle, che dopo il naufragio del primo tentativo Bersani viene relegato, come le Br, a “degenerazione ultima dell'estremismo demagogico”: quasi a evitare che un secondo tentativo abbia a ripetersi. Lascia increduli la violenza con cui Napolitano mette una pietra tombale su “certe campagne che si vorrebbero moralizzatrici e in realtà si rivelano, nel loro fanatismo, negatrici e distruttive della politica”. M5S eversivo? Ma per favore! E il Pd tutto per le larghe intese? Un wishful thinking. Napolitano vuole dividervi sempre più. È invece necessaria una rottura di continuità, nella formazione del governo come nell’elezione del successore di Napolitano. Che solo voi, rifiutando il fatalismo con cui si sta precipitando nelle grandi intese, potete realizzare. C’è chi dice e ripete che questo baratro è il sogno segreto di Grillo, perché un ennesimo compromesso destra-sinistra (in che cosa sarà diverso dal governo Monti?) sarà respinto dagli elettori, dando le ali al suo Movimento. Ma Grillo stesso ha detto, fotografando con realismo la realtà, che gli italiani “prenderanno i bastoni” se il Pd tornerà all’inciucio col Pdl. Siamo certi che l’inciucio è rifiutato dal M5S, e che tanti fra voi parlamentari di Pd e Sel, non lo vogliono. Adesso dimostratelo, però.
Vi chiediamo solo di non cadere nel vizio italiano del conformismo. Non esitate, parlamentari di Pd-Sel, a proporre un candidato per il Colle che il M5S potrebbe approvare, e a Berlusconi farebbe venire le bolle. Non state a sentire chi tuona contro l’antipolitica. Ricordate quel che ne ha detto Gustavo Zagrebelsky: “Antipolitica è parola violenta e disonesta”. Non abbiate paura delle campagne moralizzatrici. L’Italia ne ha bisogno come di aria per respirare.

Paolo Flores d’Arcais e Barbara Spinelli - 11 aprile 2013

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

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