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ennio-remondino webdi Ennio Remondino - 17 ottobre 2011
A dirla senza peli sulla lingua. Sarà un po' per l'età, un po' per uno sgradevole sapore di già visto ma l'espressione più diretta che mi viene, di fronte a quegli scalmanati in nero che hanno umiliato e nascosto le nostre legittime incazzature (anch'io sono un indignato), sarà forse rozza ma sincera.



Bastardi. Brutti bastardi. Codardi, aggiungo, col vostro mascherarvi alle spalle di chi, quell'enorme corteo pacifico lo stava vivendo come momento di grande democrazia. Ma nella democrazia reale e partecipata, teste di cazzo come voi non rappresenterebbero nulla. Ed ecco allora la "politica" della spranga, dei sassi, della molotov. Bastardi e codardi. Caricature mal riuscite di un passato remoto. Gente come voi so già come finirà, l'ho già visto.

Sarete presto degli ottimi sostenitori, fiancheggiatori ed esponenti di quel mondo parassita che oggi affermate di combattere, colpendo di fatto chi veramente lotta per un futuro di maggiore equità e di speranze.

Ordine pubblico o investigazioni? Galera invocano oggi tutti. Anch'io, confesso, anche se un po' me ne vergogno. Galera per chi? Per quei dieci o cento beccati a caso nel bordello di cariche di ordine pubblico e di contro guerriglia vostra. Quanti poveri cristi innocenti ci sono finiti nel mezzo? Per primi gli uomini delle diverse forze di polizia, certamente più figli del proletariato di voi, come ripeterebbe Pasolini. Non ho elementi e capacità per giudicare come è stato gestito "l'ordine pubblico" sulla piazza. Certamente non abbiamo visto un bis di Genova e conto non ci sia stato alcun seguito di Diaz né di Bolzaneto. Ma che voi, 100, 200 teste di cazzo (mi riscuso) non abbiate ancora un nome e una foto segnaletica, illustri signori investigatori di tutte le polizie, anche questo mi indigna. Sarà perché le prime piazze calde le ho vissute quando c'era ancora "L'Ufficio politico", che non erano dei tenerelli, ma signori Digos e Ros o che cavolo d'altro sia, come trascorrete il vostro tempo? Aisi, se ci sei batti un colpo.

"Infiltrati venuti da lontano". Peggio mi sento se ciò fosse vero. Siamo tornati a "Roma città aperta" o il controllo preventivo non ha funzionato per nulla? Se uno si presenta col casco in testa all'interno di una banca, come minimo scatta l'allarme. Uno con casco o cappuccio e faccia bendata in un corteo è soltanto raffreddato? Filtrare prima. Prima che i gruppi diventino massa, forse avrebbe aiutato. Poi la cariche a disperdere. Certamente tattica studiata a tavolino da esperti. Salvo "l'effetto collaterale" (tipo bomba che sbaglia bersaglio), che ottiene di allargare la zone delle violenza e dell'impunità di singoli gruppi, loro sì organizzati. Avendo io quei giovani signori in evidente simpatia, l'idea di vederli tutti belli raggruppati, non volontariamente (sono bastardi ma non scemi), ma per accorta manovra di accerchiamento (imito male il linguaggio militare), non avrebbe alla fine dato qualche risultato in più sulla fine della violenza e sulla identificazione di quei fantasmi in nero?

E ora pure la beffa dei commenti. Pastone politico due volte indigesto, tra ovvietà e prese in giro. Intanto perché alcuni (pochi, molti?) tra chi ovviamente riprova quanto accaduto è causa diretta della indignazione buone dei più, delle migliaia di più. Il ministro Maroni concede che si tratta di "infiltrati tra i manifestanti". "Violenze inammissibili", dice il Presidente Giorgio Napolitano, "contro la libera espressione di un democratico dissenso". Fin qui non si può che condividere. Bersani solleva i primi dubbi. "Bisognerà capire come sia possibile che una banda di centinaia di delinquenti abbia potuto devastare, aggredire, incendiare e tenere in scacco per ore il centro di Roma". Il ministro del lavoro Sacconi al suo solito sbraga e azzarda paragoni con gli anni '60 e '70. Alemanno sindaco fa il tifo romanesco: "Quei violenti venivano da fuori Roma". Per fortuna c'è il superbanchiere Draghi (uno dei bersagli indiretti della contestazione) che prima riconosce: "Se la prendono con la finanza come capro espiatorio e li capisco", poi definisce "un gran peccato" quanto accaduto.

Poi le solite polemiche Rai. Comincia Alessio Butti, capogruppo Pdl nella Commissione parlamentare di vigilanza Rai, con l'attacco a Rainews24, colpevole, di minimizzare scontri e danneggiamenti nella sua copertura giornalistica. Giorgio Merlo, Pd, vicepresidente della Commissione di vigilanza Rai gli contesta di aver detto un mucchio di scemenze. Butti ammorbidisce. Fuffa politichese. Non ascoltano purtroppo le notizie degli scontri in corso neppure i telespettatori della Rete Uno. Il sindacato del Tg1 avrebbe voluto allestire una diretta e degli speciali sulla manifestazione di Roma ma la richiesta è stata respinta dalla Rai. "Abbiamo chiesto all'azienda spazi per edizioni straordinarie o almeno finestre informative, ma i responsabili aziendali hanno respinto la richiesta del Tg1 e stanno continuando a mandare in onda programmi registrati". Replica ufficiale della Rai: "Tutte le richieste per le dirette e le edizioni speciali avanzate dai direttori delle maggiori testate" sono state "immediatamente autorizzate". Sta a vedere che ad essere distratti oltre che Maroni era anche il direttorissimo Augusto Minzolini.

Fonte:globalist.it

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