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di Carlo Palermo
Provo a spiegare in pochi passaggi e qualche documento cosa è accaduto ieri sera a Beirut e cosa c’entra nei planetari riassetti di oggi:

1) Oggi doveva essere celebrato il processo a carico dei presunti autori dell’assassinio di Rafik Hariri. Chi è costui? E da quale parte era?

Era un capo dei Fratelli Mussulmani, tradizionali antagonisti (casa madre) rispetto ai sottoordinati - nel tempo - OLP, Hamas, Hetzbullah iraniani, appoggiati da sceicchi dell’Arabia Saudita di Ryad.
Di questi sono alleati, a livello segreto, parte dei Servizi Italiani, dal Lodo Moro (Cossiga ne parla come nostri alleati nel 2008 in relazione a nostre operazioni in Irak anche sabotate per questo motivo, vedi strage Nasiria) ;

2) questa alleanza a livello massonico, dal passato ad oggi è cristallizzata nel documento da me sequestrato come giudice di Trento il 30 marzo 1983, foto 1): vedi Grande Oriente> Fratellanza Mussulmana;

3) il ruolo svolto dal personaggio Rafik Ariri emerge e viene spiegato nel livello superiore dei traffici planetari di armi, droga e petrolio per governare il mondo nel documento XI Tavole in particolare nelle sue prime pagine consultabili sul mio sito carlopalermo.net prime tre-quattro pagine, qui riporto sotto la sua precisa soggettiva indicazione targata 1983 nel doc. , foto n. 2, 12ma riga a cominciare dal basso;

4) Rafik Hariri, quindi già dai primi anni Ottanta era schierato con ed entro il complesso dei poteri occulti (servizi, oligarchie bancarie, politiche, massoniche) trasversali che governavano il mondo all’epoca (vedi Calvi, caso ambrosiano, rapporti con la mafia, Sindona ecc. riassunti nello schema a pag. 1 delle XI tavole (v. fig.3);

5) In questo organigramma - ove compaiono i mandanti della uccisione di Calvi in collegamento con Ambrosiano, Sindona, mafia, banche di Sicilia, petroli, e il primo (Fustok) finanziatore, nell’allora futuro di Osama bin Laden - al centro in alto compare Peter De Savary (che non solo svolse un ruolo nell’omicidio di Calvi in quanto il banchiere dell’Ambrosiano andò in Inghilterra per recuperare soldi a lui in realtà dovuti e non datigli, e a tale nome inglese si previene dai biglietti da visita trovati nelle sue tasche sotto il ponte). De Savary è vivente e fece affari in passato con Donald Trump , ma quando Trump si è presentato alle elezioni USA si è schierato apertamente contro di lui (da notare il livello elevato di tali contrasti) rilasciando pubbliche dichiarazioni facilmente rintracciabili digitando i due nomi sul web uno di seguito all’altro;

6) cosa dimostra ciò? Dimostra Che Il gruppo di potere oligarchico del passato (coincidente con la massoneria del Grande Oriente) rapprentato nelle XI tavole, da sempre ha ricompreso detti personaggi oggi in contrapposizione alle posizioni assunte attualmente da Donald Tramp contro la via della Seta (anche in contrasto con il marito di sua figlia, bancario, che invece è vicino al vecchio potere rappresentato dallo schema delle XI tavole e che, anche da posizioni vicine a Tramp, cooperano a fargli fare brutte figure che lui, ingenuamente - in quanto affarista e non giurista o vero politico - pone in essere dando spazio ai suoi avversari tradizionali legati al quadro su indicato;

7) vediamo Hariri e il processo sulla sua uccisione, processo nel quale sono stati accusati personaggi di secondo piano e non già quei poteri occulti entro cui si collocava la sua eliminazione. Era stato infatti già preannunciato un vero casotto per questo processo in cui avrebbero dovuto essere in realtà chiamati alla sbarra i Servizi contigui a quei poteri di comando sul mondo presenti dal passato ad oggi (evoluti oggi però con la nuova componente della via della Seta) e degli interessi di Putin e Cina sullo sbocco della via della Seta (e dei gasdotti passanti per l’Ucraina) nel mediterraneo e cioè su Beirut:

Libano, omicidio Hariri: il 7 agosto - si scriveva solo pochi giorni fa - “la sentenza del processo (farsa) contro i presunti colpevoli
4 Agosto 2020. -- Medio Oriente

(REDAZIONE) – Il 7 agosto sarà una data fatidica per il Libano e per il movimento sciita Hezbollah: il Tribunale Speciale dell’ONU per il Libano (TSL) per quel giorno emetterà la sentenza sull’assassinio dell’ex Primo Ministro Rafiq Hariri.

Nel processo in corso sono imputati per omicidio volontario quattro presunti membri dell’organizzazione libanese che ha sempre negato di essere coinvolta nell’attentato: Salim Ayyash è accusato per aver coordinato l’attacco. Assad Sabra e Hussein Oneissi avrebbero poi inviato un falso video alla rete televisiva Al-Jazeera rivendicando la responsabilità per conto di un gruppo apparentemente inventato. Hassan Habib Merhi è, infine, accusato per aver preso parte alla pianificazione dell’attacco. Secondo l’accusa, la mente dell’attacco sarebbe Mustafa Badreddine, un comandante militare di Hezbollah, già condannato dal Tribunale, che si ritiene sia stato ucciso in Siria nel 2016. L’intero processo si è svolto con i sospetti processati in contumacia.

Hariri, premier fino alle sue dimissioni nel 2004, venne ucciso il 14 febbraio 2005, quando un attentatore suicida fece esplodere un furgone vicino al suo convoglio corazzato sul lungomare di Beirut. Oltre all’esponente politico sunnita, morirono altre 21 persone e 226 rimasero ferite. I sospetti ricaddero inizialmente sulla Siria, da tempo molto influente nel Paese. A seguito dell’uccisione, che scatenò un’ondata di manifestazioni nel paese, le forze siriane si ritirarono, dopo 30 anni, dal Libano.

In vista del verdetto, Parigi avrebbe rassicurato Hezbollah in merito alle possibili conseguenze internazionali del giudizio. Lo riporta il sito libanese “Libnanews” citando fonti diplomatiche del quotidiano arabofono “Al Joumhouria”. La Francia avrebbe garantito la mancata apertura di procedure internazionali contro Hezbollah in caso di condanna, in cambio dell’interruzione da parte del movimento sciita di ogni campagna mediatica contro paesi del Golfo e Arabia Saudita. Dal suo canto il segretario generale del Partito di Dio, Hassan Nasrallah, ha sempre rifiutato di consegnare i sospettati e ha invitato il Tribunale a “non giocare con il fuoco”, mentre il presidente della Repubblica Araba siriana Bashar al-Assad ha affermato che il Tribunale è uno strumento per “fare pressione su Hezbollah”.

Secondo alcuni analisti indipendenti, il tribunale dell’ONU, creato il 30 maggio 2007 con la risoluzione 1757 del Consiglio di Sicurezza, più che a cercare i cercare i presunti mandanti dell’assassinio dell’ex primo ministro Rafik Hariri, serviva a smantellare Hezbollah sia dal punto di vista politico che militare. Thierry Meyssan, consulente politico e presidente-fondatore della Rete Voltaire, in un lungo articolo in cui ha smantellato punto su punto le tesi dell’accusa contro il Partito di Dio, ha scritto: “Nel contesto del momento, significava né più né meno che accusare i presidenti siriano e libanese in carica, Bashar al-Assad ed Emile Lahoud, le bestie nere dei neoconservatori (americani n.d.r.). Ma si è scoperto che questa pista non era basata su alcuna prova concreta, ed era stata alimentata da falsi testimoni. Non avendo nessuno da giudicare, la Corte sarebbe potuta sparire nel limbo della burocrazia, quando un colpo a sorpresa lo pone nuovamente al centro dei conflitti politici regionali. Il 23 maggio 2009, il giornalista atlantista Erich Follath aveva rivelato allo Spiegel Online, che il procuratore si stava preparando a incriminare nuovi sospetti: i capi militari di Hezbollah. Per 18 mesi, il suo segretario generale, Hassan Nasrallah proclamò l’innocenza del suo partito. Egli sostenne che questa procedura era, in realtà, volta a decapitare la resistenza per spalancare la regione all’esercito israeliano. Da parte sua, l’amministrazione statunitense si pose improvvisamente a difensore della legge, e garantisce che nessuno può sfuggire alla giustizia internazionale”.

Un processo politico internazionale telecomandato dagli USA e da Israele, dunque, contro Hezbollah. Che oggi, con la guerra in Siria ancora in corso, si è arricchita di un nuovo significato: cogliere l’occasione per punire un prezioso alleato di Assad e dell’Iran degli Ayatollah.

7) Da tale ricostruzione emerge ancora una volta, oggi, il tentativo del potere mondiale ONU-OMS-LUCIS Trust, massonico, Grande Oriente, di colpire e concentrare l’attenzione pubblica su componenti inesistenti e fasulle che, in realtà, provengono da se stesso e che oggi tentano - distraendo l’attenzione su fatti eclatanti e in effetti dirompenti (come pandemia, attentati, guerre a noi vicine, Libia, migrazioni di poveri migranti usati come armi (cioè destinati a crepare come mine e rimanere sepolti in mare) - di nascondere il fine ultimo che emerge dall’azione dal passato ad oggi posta in essere dalla Massoneria: creare e favorire la novella via della Seta che dovrebbe consentire la svolta epocale di direzione nel mondo.

Cosa possiamo fare noi? Cercare di capire e renderci conto che nel nostro paese ci sono sempre quelle due componenti che lottano da una parte e dall’altra per avere il sopravvento. Io - non so se lo ho spiegato bene - sono schierato con Trump perché sta avendo il coraggio di “Rompere” quella linea di contiguità con il passato che oggi sta divorando l’Europa (come nel 91-92-93) a cominciare dai suoi più fragili componenti: Grecia, Italia, Spagna.
Anche se può apparire azzardato penso sia l’ora ormai di fare passi concreti per sganciarsi dall’Europa che ci sta facendo volontariamente morire e questa pericolosa deriva verso l’Oriente la cui industrializzazione di certo è indiscutibile e di certo anche giustificata dalle utilizzazioni distorte delle sue popolazioni (in passato) per sfruttarli, ma che oggi comporta non solo rischio ma ormai la “nostra” deistruzzalizzazione” e la nostra animaliazzazione come scelto dal Grande Oriente per controllare e comandare nel mondo, sistema forse adatto per loro, ma di certo non per noi.

Scusate i miei riferimenti storici forse difficili a seguire ma il presente si capisce ricordando il passato: gli avvisi dell’autunno scorso furono reali: provenivano dalla parte “buona”’dei nostri Servizi. Noi - penso - dobbiamo cogliere i fari che hanno illuminato la nostra storia, non commemorarndoli alle ricorrenze e dimenticandoli il giorno dopo, ma veramente utilizzando le loro luci per farci conoscere e superare il difficile momento che viviamo non rendendo inutili martiri Falcone, Borsellino, le vittime di Bologna, di Ustica, di Toni De Palo, Rostagno, Ilaria Alpi.
Noi dobbiamo capire da quale parte stare e ... buttare a mare chi si crede che assecondando oggi i nuovi tecnocrati e falsi predicatori di benessere “fisico” hanno fatto un bel piano per mangiarci tutti e renderci anche noi martiri.
NO. A mare o in Cina, Corea, Honk Konk, ci vadano LORO, personalmente penso che il nostro impegno non è quello di creare un’altra Italia (come ci propongono Colao, Conte, Di Maio, Monti, Prodi ecc), ma solo quella che c’era prima, forse bloccata, ma almeno libera. Oggi ci hanno tolto anche quella libertà subordinata; quella di respirare e manifestare la nostra nostra rabbia per urlare il nostro BASTA.

Tratto da: facebook.com

Foto © Imagoeconomica

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