di Paolo Borrometi
Stupore, sconcerto, disgusto.
Quello che è accaduto nella Capitale è la dimostrazione plastica di come la lotta alle mafie ed all’illegalità in questo Paese non sia prioritaria.
Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, è stato ucciso a Roma ed ai suoi funerali è stato osannato come fosse un Re.
Piscitelli non era un re, era uno dei “signori della droga”.
In pochi hanno avuto la voglia di raccontarne le sue malefatte. In pochi, tranne qualche sparuto collega fra cui Nello Trocchia. Vedere le sue foto ed il suo reportage dal funerale fa accapponare la pelle.
Mentre siamo tutti con il naso all’insù a vedere la “fumata bianca” per la formazione del Governo, ecco la Capitale ancora una volta vilipesa da centinaia di persone osannanti nei confronti di un “signore della droga”. Di un capo ultrà che ha tentato di ridurre la curva della Lazio ad un bacino di consenso sociale.
Per lottare le mafie non bastano i proclami, ma bisogna recidere i legami ed il consenso sociale.
Bisogna avere il coraggio di dire “no” a rapporti intrinseci ed estrinseci con soggetti portatori di voti legati ad ambienti criminali.
Bisogna decidere se riportare la lotta alle mafie come primo punto dell’azione di Governo, qualsiasi esso sia.
Perché un Paese serio che, purtroppo, ha come cancro principale quello delle mafie non si limita a piangere gli eroi che non ci sono più, ma cerca di evitarne di nuovi.
Mettete la lotta alle mafie come priorità!
Tratto da: facebook.com
Foto © Imagoeconomica
Il signore della droga osannato come un Re: volete davvero combattere le mafie?
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