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di Paolo Borrometi
Sono incredulo ed esterrefatto, provo grande vergogna per un “giornalista”. Per tentare di attaccare me e le mie inchieste giornalistiche, ha pubblicato dei gravissimi insulti su mio nonno, purtroppo morto da anni. Ci stanno provando in ogni modo, prima con le minacce, poi con gli attentati scoperti dalle Forze dell’Ordine, adesso con questo vergognoso attacco familiare.
Questo “giornalista” (che non voglio neanche citare per nome), è già stato agli arresti domiciliari fino a qualche mese fa (secondo l’accusa faceva attività di delegittimazione contro alcuni giudici in cambio di denaro). Provo vergogna per lui. E sapete perché? Per difendere, con un articolo, un deputato condannato (e rientrato in parlamento a dieci mila euro al mese): ovvero il condannato Giuseppe Gennuso (quello che parenti e amici del boss chiamavano “Il Santo nostro”).
Spero che l’Ordine dei Giornalisti voglia intervenire, io ovviamente lo querelerò.
Perché così non se ne può più.
Prendetevela con i vivi, prendetevela con me se riuscite a smontare le mie inchieste giornalistiche, non con chi purtroppo non c’è più. Non con i nonni morti.
Però cari amici e lettori sta a voi decidere da che parte stare, sta a voi decidere se sia possibile ed accettabile tutto ciò.
Come vedete il “male” fa sempre squadra, facciamo squadra fra persone per bene.
Ve lo chiederò fino all’ultimo respiro: schieratevi, decidete da che parte stare. Non si può rimanere indifferenti o in silenzio davanti a questo schifo.

Tratto da: articolo21.org

Foto © Imagoeconomica

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