La mafia a Roma non esiste.
da articolotre.com
Mentre esiste un decalogo dei politici e della loro visuale sulla mafia.
Per essere mafioso devi essere nato in Sicilia meglio ancora se a Palermo.
Devi essere affiliato a Cosa Nostra, con tanto di cerimonia di affiliazione, dito punciuto, santino bruciato e cazzate varie, altrimenti non si può nominare, né tantomeno servirti del brand mafia, come invece è stato usato gratuitamente e a sproposito a Roma, o meglio Mafia Capitale.
Non scherziamo, altrimenti anche Palermo insorge contro il procuratore Pignatone e potrebbe chiedere i danni di immagine per aver usato il marchio di cui la città ha il copyright esclusivo e che contraddistingue i palermitani.
Considerata la presa di posizione di certi politici e dei freschissimi condannati, ladroni ma non mafiosi, che intendono portare alla sbarra il procuratore Pignatone, perché non allargare la denuncia ai sostituti?
E già che ci sono, perché non accusarli di 416 bis, essendo il procuratore capo e alcuni dei suoi sostituti originari di Palermo?
Povera Italia, come sei caduta in basso.
Vorrei dire a questi soggetti che sostengono a Roma la mafia non esistere, di documentarsi sulla storia e sul significato del termine mafia.
Lascino perdere le sigle criminali: Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e comincino a pensare che la mafiosità sta nel comportamento deviato di tutti coloro che si nutrono di malaffare e corruzione , sfruttando posizioni di potere.
Altrimenti potrei suggerire ai capimafia di far nascere figli e spostare affiliati nella Capitale, così da non correre il rischio di essere chiamati mafiosi, né essere accusati di mafia.
Cosa Nostra si è evoluta e modernizzata, non esiste più l’affiliazione tradizionale, ora è sufficiente la parola e un certo comportamento per farne parte a pieno titolo.
Non esistono più gli esterni, sono tutti organici, niente più discriminazioni, altrimenti i vari Dell’Utri potrebbero offendersi.
Tratto da: articolotre.com